Decreto crescita, ultima scommessa del governo? Rumor Pil: nel Def forte downgrade
Attesa per il decreto crescita, ovvero il decreto che secondo il governo M5S-Lega permetterà all’Italia di sfidare il contesto di debolezza dell’economia globale e di favorire, grazie anche all’assist del reddito di cittadinanza e di quota 100, la ripresa della congiuntura italiana. Certo, non sono di buon auspicio le indiscrezioni riportate da alcune agenzie di stampa.
Occhio ai rumor di Bloomberg secondo cui, nel Def che l’esecutivo si sta impegnando a varare entro il prossimo 10 aprile, l’outlook sul Pil – così come da indiscrezioni già riportate nei giorni scorsi – sarà tagliato dal +1% precedente ad appena +0,1%.
Detto questo, riportano le fonti, il target di crescita a cui punterebbe il governo con le misure di cui sopra – soprattutto con il decreto crescita – sarebbe pari a un tasso compreso tra lo 0,3% e lo 0,4%.
Nel Def, una brutta sorpresa, oltre alla sforbiciata delle stime sul Pil, arriverebbe con l’outlook sul deficit-Pil che, dal 2,04% salirebbe al 2,3%-2,4%.
Una rassicurazione è arrivata stamattina dal vicepremier e leader del M5S Luigi Di Maio, che è intervenuto a Mattinocinque su Canale 5:
“Fare il dl crescita serve a non andare a crescita zero e soprattutto non vogliamo fare tagli ai servizi”, ha detto, confermando che “non ci sarà nessuna manovra correttiva e nessuna patrimoniale“.
A chi gli ha fatto notare che è stato lo stesso ministro dell’economia Giovanni Tria a parlare di crescita zero dopo le indiscrezioni riportate la scorsa settimana dal Sole 24 Ore, il ministro per lo Sviluppo economico ha così risposto:
“Tria ha preso atto di una situazione prima del dl crescita. Oggi alle 17 andiamo in Cdm e portiamo un dl crescita che fa tantissimo anche per l’accesso al credito, si potrà con una garanzia pubblica accedere ai finanziamenti privati” e questo causerà “una nuova traiettoria di crescita dell’Italia e la vedrete nel Def”. Inoltre, “possiamo accelerare con esportazioni e cantieri”.
Fiducia nelle potenzialità del decreto crescita e non solo è stata espressa dal premier Giuseppe Conte, intervenuto alla seconda edizione del Sustainable Economy Forum nella comunità di San Patrignano.
“Immagino e confido che approveremo il decreto crescita questo pomeriggio”.
Poi sulle banche: “L’ho già dichiarato, stiamo lavorando alacremente. C’è una forte unità d’intenti da parte del Governo nel procedere rapidamente e assicurare liquidazioni a tutti i risparmiatori dei risarcimenti dei danni quanto prima possibile. È un problema tecnico. Oggi ci troviamo nel Cdm, confidiamo di poter risolvere anche questo”.
Conte ha continuato, sottolineando che con le “misure sociali” che il governo ha introdotto “equità e crescita economica torneranno ad alimentarsi a vicenda, creando un circolo virtuoso che era stato invece spezzato negli anni dell’austerità e del rigore”.
“Si stima che il reddito disponibile procapite aumenterà di 1.621 euro da qui al 2021 grazie alle misure incluse nella nostra manovra. Mi riferisco in particolare, al reddito di cittadinanza, a quota 100, al piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego, all’estensione del regime forfettario delle partite Iva e a molte altre misure”. Si tratta di “un aumento del reddito decisamente più consistente di quanto avvenuto in passato. Pensate che dal 2015 al 2018 il reddito medio disponibile procapite era aumentato di 1.281 euro”.
“Anche le diseguaglianze del reddito disponibile – ha continuato il presidente del Consiglio – sono destinate a calare. Il rapporto tra il reddito del 20% più ricco della popolazione e il reddito del 20% più povero della popolazione si ridurrà di 0,4 punti da 5,9 a 5,5. Sono decimali ma ci disegnano una traiettoria da perseguire”.
Effetti positivi, secondo il premier, “si riscontrano anche sul fronte del mercato del lavoro perché grazie all’articolata riforma dei meccanismi di attivazione al lavoro collegati al reddito di cittadinanza il tasso di mancata partecipazione al lavoro è previsto in diminuzione: dal 19,8% nel 2018 al 18,3 del 2021. Saranno soprattutto le donne, secondo le previsioni, a beneficiarne perché il tasso di inattività femminile si ridurrà di oltre 2 punti percentuali da qui al 2021″.
Conte ha annunciato che nel Consiglio dei ministri “oggi portiamo anche il nuovo regolamento del Cipe per velocizzare le procedure: non portiamo al Cipe tutte le varianti, solo quelle oltre una certa percentuale e abbreviamo i tempi. Questa è la semplificazione burocratica”.