Decreto dignità, allarme di Adecco: in quattro mesi persi 250mila posti di lavoro
Era l’11 agosto quando il governo giallo-verde varò il suo primo provvedimento fortemente voluto dal neo ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio, il decreto dignità (D.L. n 87/2018, convertito in L. n 96/2018) e ora a distanza di mesi a fare la conta di quanti posti di lavoro ha creato è il gruppo Adecco.
Decreto dignità: come cambia il contratto a termine
Una delle misure su cui interviene il decreto riguarda il contratto di lavoro a termine. In assenza di specifiche necessità del datore di lavoro, contratti a tempo determinato, ovvero quello definito a causale o senza causa, non potrà avere una durata superiore ai 12 mesi a fronte di 36 attuali. Vi è quindi una forte limitazione della possibilità concessa dal datore di lavoro di stipulare un contratto a tempo determinato senza specificare la causale. Se il contratto a termine supera i 12 mesi e non vengono indicate le causali, il contratto si trasforma automaticamente a tempo indeterminato. Il provvedimento ha previsto un periodo transitorio fino al 31 ottobre per l’applicazione delle nuove norme sui contratti a termine già in corso, durante il quale si potevano applicare le vecchie norme sui contratti a termine in modo da concedere alle imprese il tempo necessario per adeguarsi.
L’allarme di Adecco
La norma è stata fin dalla sua entrata in vigore molto negativamente dagli operatori del settore perché irrigidisce il mercato del lavoro. A lanciar un grido d’allarme è Andrea Malacrida, AD del gruppo Adecco che dalle pagine de Il Foglio quantifica che circa 250 mila sono gli occupati in meno nel solo mercato gestito dalle agenzia per il lavoro. “Sono molto preoccupato” afferma Malacrida “vedo il pericolo di una crisi sociale dalla prossima primavera con un netto aumento della disoccupazione. Il problema” continua “è che le aziende sono ingessate e il governo ha tolto uno strumento di flessibilità utile per far crescere l’occupazione”. L’allarme che lancia Adecco si basa su numeri: in quattro mesi da settembre a dicembre l’agenzia del lavoro ha registrato 50mila assunzioni temporanee in meno rispetto agli stessi mesi del 2017. “Poiché Adecco rappresenta circa un quinto del mercato delle agenzie per il lavoro si può stimare che dal varo del provvedimento non siano stati rinnovati i contratti a termine di 250mila persone”. Numeri che sono destinati a salire se si contano le imprese che on si avvalgono dei servizi delle agenzie per il lavoro. Insomma se il governo non affronta il problema intervenendo sulla causale, sottolineano dalle agenzie. Nei prossimi mesi scoppierà la bomba sociale.