Decreto Dignità in arrivo, ecco cosa prevede il primo provvedimento del governo
E’ in arrivo il Decreto Dignità, il primo provvedimento del governo Lega-M5S. Il testo è pronto e dovrebbe arrivare sul tavolo del primo Consiglio dei ministri tra oggi e domani o comunque entro “questa settimana”, come ha assicurato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.
Cosa prevede il Decreto Dignità
Il Decreto Dignità introdurrà delle novità soprattutto per le imprese e il lavoro, tra cui spicca la disincentivazione alla delocalizzazione e la lotta contro la precarietà. Le novità si possono raggruppare in quattro grandi punti:
1- Abolizione del redditometro e studi di settore, fatturazione elettronica slitta al 2019
Prevista per le imprese l’abolizione del redditometro, visto l’uso “davvero limitato” dello strumento, e un rinvio al 31 dicembre dell’invio cumulato dei dati dello spesometro (la prossima scadenza sarebbe settembre). Tra i correttivi allo split payment, ossia il meccanismo di inversione contabile Iva, possibile lo stop per i professionisti (circa 35 milioni) e una accelerazione dei tempi dei rimborsi Iva. Nel pacchetto fiscale previsto il rinvio al 1 gennaio 2019 dell’obbligo di fattura elettronica per l’acquisto di carburanti da parte delle partite Iva, che potranno mantenere fino a fine anno anche la carta carburante. La misura dovrebbe valere solo per la vendita al dettaglio e non per tutta la filiera (con un costo stimato tra i 30 e i 50 milioni di euro).
2- Lotta alla precarietà, norme più stringenti sui contratti a termine
Una parte importante del provvedimento riguarda la lotta alla precarietà del lavoro, con norme più rigide sui contratti a termine. In particolare, il limite massimo resta di 36 mesi ma ogni rinnovo del contratto a termine a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%. Oltre a renderlo più caro, si ridurrà il numero di proproghe massimo, che non potranno essere più di 4 (dalle attuali 5). Si allungherà poi a 270 giorni il termine entro il quale sarà possibile impugnare i contratti. Infine tornano le causali: esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali saranno le tre tipologie di causali per giustificare il contratto a termine, da indicare al primo rinnovo o per quelli oltre i 12 mesi. Anche i contratti in somministrazione andranno conteggiati nel del limite del 20% previsto per contingentare le assunzioni a termine.
Non è invece prevista la norma sui riders, che verrà invece discussa a parte. Oggi è previsto l’incontro del Ministero dello Sviluppo Economico con i rappresentanti delle principali società del settore.
3- Disincentivare le imprese che delocalizzano e ricevono aiuti di Stato
Alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi dieci anni arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Previsto anche che lo stesso beneficio venga restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. Nel caso la concessione di aiuti di Stato preveda una valutazione dell’impatto occupazionale, i benefici verranno revocati in tutto o in parte a chi riduce “i livelli occupazionali degli addetti all’unità produttiva o all’attività interessata dall’aiuto nei dieci anni successivi alla data di conclusione dell’iniziativa”.
4- Stop alla pubblicità sul gioco d’azzardo
Stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e tutte le forme di comunicazione. A chi non rispetterà il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità comunque di importo minimo di 50.000 euro. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori.