Def, scoppia il caso Iva: ministro Tria conferma aumento dal 2020, Salvini e Di Maio negano
Il tanto temuto aumento dell’Iva ci sarà almeno fino a che non si troveranno nei prossimi mesi misure alternative. Lo conferma il ministro dell’economia Giovanni Tria nel corso della sua audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Documento di economia e finanza. “La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative” dice il ministro sottolineando che “lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021”, confermando così che l’aumento dell’Iva da circa 23 miliardi legato alle clausole di salvaguardia per il 2020, per il momento, ci sarà. Il ministro poi coglie l’occasione anche per sottolineare che la prossima legge di bilancio “continuerà il processo di riforma della flat tax”, partendo dal concetto che il debito pubblico è elevato e la sfida più grande è ridurlo, uno dei “pilastri dell’azione governativa” confermati nel Documento di economia e finanza.
Di Maio e Salvini negano: nessun aumento
Immediata la reazione dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. “Con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro” ha sostenuto il capo politico dei Cinque Stelle. “Finché il M5s sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario, fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento” continua Di Maio. “L’Iva non aumenterà. Punto. Questo è l’impegno della Lega” afferma Salvini – “Siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri”.
Codacons: aumento Iva un massacro per le famiglie
Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra. “Se attuato, l’aumento dell’Iva si tradurrà in un “massacro” per le famiglie italiane e provocherà danni abnormi all’economia nazionale” afferma il Codacons le cui elaborazioni già diffuse nei giorni scorsi stimano in 1.200 euro annui la stangata, a parità di consumi, che si abbatterà su ogni singola famiglia solo per i costi diretti legati all’incremento delle aliquote fino al 26,5%. Come spiega il presidente Carlo Rienzi, “l’esperienza degli aumenti Iva degli ultimi anni dimostra però che i consumatori reagiscono all’incremento dei listini riducendo la spesa: per tale motivo il ritocco delle aliquote e delle accise provocherà una contrazione dei consumi del -0,7% e una caduta degli acquisti che raggiungerà quota -27,5 miliardi di euro, con effetti a cascata sul Pil, sull’occupazione e sull’intera economia nazionale” – conclude Rienzi.