Delega fiscale, ok governo Draghi ma senza Lega. Pomo della discordia il catasto. Tremonti: ‘suicidio politico’
L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti boccia senza mezzi termini la riforma del catasto annunciata dal governo Draghi, definendola un “suicidio politico” e sottolineando come la prima e la seconda casa siano “il Dna degli italiani, non un investimento qualunque”.
Interpellato dal quotidiano La Stampa, Tremonti afferma che “la revisione del catasto come è astutamente congegnata, tra detto e non detto, mi sembra un suicidio politico”. E “non lo dico per il comportamento della Lega – precisa – ma dal punto di vista degli italiani. Quel che è successo con Monti non è stato sufficientemente chiaro”.
L’ex ministro solleva anche il dubbio che l’approccio per una eventuale modifica delle rendite catastali per il 2026 sia incostituzionale.
“Forse è incostituzionale, si chiede al Parlamento una delega che verrà completata alla fine della prossima legislatura. La tempistica di questa riforma mi impressiona”. E il riferimento è all’intero impianto della delega fiscale:
“A prescindere dal catasto, la delega dovrebbe essere operativa entro 18 mesi. Così si va oltre questa legislatura. Mi sembra un vizio costituzionale. Può essere corretto che un governo recuperi una delega scaduta, ma che metta per iscritto di andare da una legislatura all’altra è discutibile”.
Riguardo al taglio del cuneo fiscale, anche qui Tremonti boccia Draghi e la sua squadra:
“Per il taglio del cuneo vengono stanziati 3 miliardi in due anni. Ricorda la storia del tizio che va al bar, ordina da bere per tutti e poi chi paga? Voi”.
Altri punti che non lo convincono affatto sono i seguenti:
“All’articolo 3, quando si parla della revisione sull’imposizione personale sui redditi viene proposto un sistema duale. La tassazione sulle imprese e sull’impiego di capitale nel lavoro autonomo è proporzionale, l’aliquota sul lavoro è progressiva. La stessa imposta è spaccata in due, col lavoro che paga di più e il resto che paga meno a parità di reddito. Poi c’è il tema dell’armonizzazione dei regimi di tassazione sul risparmio, cosa vogliono fare? Aumentare le tasse sui Bot? Sono tassati al 12,5%. O scendono tutte le altre aliquote o sale questa. Ultimo punto: il governo annuncia un codice in materia tributaria, ma dovrà fare molti decreti legislativi. È la negazione dell’idea di codice”.
Delega fiscale: Lega diserta CdM, Salvini: no a mandato in bianco
Tremonti a parte, veniamo al contenuto del disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, che è stato approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco.
Un disegno di legge sbarcato in Consiglio dei Ministri dopo l’esito delle elezioni amministrative, che ha certificato la crisi della Lega di Matteo Salvini. La stessa Lega ha disertato il CdM: il testo è stato praticamente approvato senza l’ok del Carroccio. Interpellato subito dopo nel corso di una conferenza stampa alla Camera, Salvini ha messo i puntini sulle “i”: “Lo strappo non lo abbiamo fatto noi. Noi abbiamo dato la fiducia a un governo che si era impegnato a non aumentare le tasse. E qui c’è un’ipotesi di aumento delle tasse”. Una precisazione: “non è una crisi di governo, ma c’è un governo che deve chiarire che non vuole aumentare le tasse”.
Il leader della Lega è stato molto chiaro nel sottolineare cosa alla Lega non è andato a genio di questa delega fiscale:
“Il non voto della Lega alla delega fiscale in Cdm” è arrivato “perchè non contiene quello che c’era negli accordi. E c’è un problema di metodo”, perchè “un documento così importante non può arrivare alle 13,30 per discuterlo alle 4. Non stiamo parlando dell’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per esaminare il futuro degli italiani, occorre un cambio di modalità operativa”. E c’è anche un problema di merito, perchè nel disegno di legge “c’è qualcosa che non era stato deciso in Parlamento, ovvero la riforma del catasto. Vale 22 miliardi solo l’Imu, 40 miliardi la tassa sulla casa. Non ti do un mandato in bianco, senza parere vincolante del Parlamento. Poi tu mi informi e se sono contrario il governo in carica o quello che verrà può dire ‘va bene, prendo atto e tanti saluti'”.
Ancora Salvini:
“Mi fido di Draghi, ma non posso dare una delega in bianco sul catasto con rischio salasso, sulla rimodulazione dell’Iva, e poi non c’è nulla su flat tax, anzi si paventa aumento, su rottamazione delle cartelle, superamento Irap generico”.
Il testo della delega per la riforma fiscale
Ma veniamo all’impianto della delega fiscale, ricordando comunque che il disegno di legge per la delega fiscale non deve essere confuso con la riforma fiscale, che verrà lanciata successivamente.
Sono quattro i principi cardine che guidano la riforma:
- lo stimolo alla crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione.
- la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi.
- la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia e di equità.
- il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. In particolare, il disegno di legge interviene sui seguenti aspetti della materia fiscale.
Così il testo, in base al comunicato pubblicato sul sito del governo.
Sistema duale e Irpef
Il disegno di legge prevede la riforma delle imposte sui redditi personali, in particolare l’Irpef e le imposte sostitutive.
Poggia su due pilastri:
- il completamento del sistema duale e quindi la distinzione tra redditi da capitale e redditi da lavoro
- la riduzione delle aliquote effettive che si applicano ai redditi da lavoro.
Per i redditi da capitale è prevista la tassazione proporzionale, tendenzialmente con un’aliquota uguale per tutti i redditi da capitale, ma con gradualità. L’obiettivo è quello di razionalizzare l’attuale sistema e rendere più efficiente il mercato dei capitali.
Per i redditi da lavoro è prevista la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell’Irpef, con l’obiettivo di incentivare l’offerta di lavoro, in particolare nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani.
La delega prevede anche la revisione delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall’imposta (cioè delle cosiddette spese fiscali), che dovrà basarsi su una valutazione attenta dell’equità e dell’efficienza dei diversi interventi.
Infine, si prevede il riordino della tassazione del risparmio, facendo attenzione alla necessità di non generare spazi per l’elusione dell’imposta.
Tassazione di impresa Ires
In materia di tassazione del reddito d’impresa, il testo intende rendere coerente il futuro sistema con l’approccio duale. Quindi nel processo di attuazione della delega si potrà modificare la struttura delle imposte (aliquote e basi imponibili) a carico delle imprese in modo da allinearla a quella tendenzialmente e gradualmente omogena prevista per la tassazione di tutti i redditi da capitale. All’interno di questo contesto, in ogni caso gli interventi potranno anche favorire la semplificazione dell’IRES, con l’obiettivo di ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.
Iva e Imposte indirette
Per quanto riguarda l’Iva, si stabilisce l’obiettivo di razionalizzare l’imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Si mira a semplificare la gestione del tributo e a ridurre i livelli di evasione e di erosione dell’imposta. Il testo, nell’ambito della più ampia riforma della tassazione del reddito d’impresa descritta sopra, prevede il superamento in maniera graduale dell’Irap.
Catasto
È prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario. Le nuove informazioni non saranno rese disponibili prima del 1° gennaio 2026 e intendono fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale italiana. Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono quelli attuali. Le nuove informazioni raccolte non avranno pertanto alcuna valenza nella determinazione né delle imposte né dei redditi rilevanti per le prestazioni sociali.
Imposte locali
Il disegno di legge prevede la sostituzione delle addizionali regionali e comunali all’Irpef con delle rispettive sovraimposte. Il nuovo sistema potrà essere disegnato al fine di garantire comunque che nel loro complesso Regioni e Comuni abbiano un gettito equivalente. Si prevede la revisione dell’attuale riparto tra Stato e comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo, al fine, tra l’altro, di rendere l’IMU un’imposta pienamente comunale.
Riscossione
Il testo interviene per riformare il sistema della riscossione superando l’attuale sistema che vede una separazione tra il titolare della funzione di riscossione (Agenzia delle Entrate) e il soggetto incaricato dello svolgimento dell’attività (Agenzia delle Entrate-Riscossione). Il potenziamento dell’attività potrà derivare dall’adozione di nuovi modelli organizzativi e forme di integrazione nell’uso delle banche dati che andranno valutati e definiti in sede di decreti delegati.
Codici
Si prevede la codificazione delle norme tributarie e si mira ad avviare un percorso per giungere a un riordino di tutte le norme all’interno di Codici.
Catasto, rassicurazioni Draghi: nessuno pagherà di più o di meno
Tornando alla riforma del catasto, rassicurazioni sono arrivate dal presidente del Consiglio Mario Draghi:
“Una questione mi preme chiarire: nelle varie questioni (della delega fiscale) c’è anche la riformulazione del catasto. Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non è accatastato, terreni e abitazioni”. Di conseguenza, “si procederà anche a una revisione delle rendite, con riguardo di quelle che sono le rendite di mercato. Ma l’impegno che il governo prende oggi è che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite su cui si basa la tassazione oggi restano invariate. Non cambia assolutamente l’imposizione fiscale sulle case, sui terreni. E’ molto importante dirlo, nei giorni scorsi si è teso un pochino a confondere. Una decisione è costituire una base di decisione adeguata, e ci vorranno cinque anni. La seconda decisione è cambiare le tasse. Noi la seconda decisione non l’abbiamo presa. Solo nel 2026 se ne riparlerà”.