Di Maio: molti governi ci attaccano ma prenderanno batoste memorabili in prossime elezioni europee
“Molti governi ci attaccano chiamandoci populisti, senza rendersi conto che hanno le ore contate. Alle prossime elezioni europee prenderanno una batosta memorabile. Anche in Francia, Germania o Spagna i cittadini che la pensano come noi sono la maggioranza. Persone che hanno problemi profondi. A cominciare dalla povertà”. Così Luigi Di Maio in una intervista alla Stampa.
“Credo che i singoli Paesi europei si siano sempre fatti gli affari loro e che l’Italia sia sempre andata in soccorso di tutti. Ora il vento è cambiato. Le contraddizioni stanno venendo fuori. Penso alla Spagna, che ci fa la morale ma ha rimandato i migranti in Marocco e ha chiesto aiuto all’Europa a pochi mesi dall’apertura dei suoi porti. Su questo tema l’Ue si gioca la propria credibilità”.
In un’altra intervista rilasciata nelle ultime a Sky Tg24, Di Maio avverte anche che “l’autunno sarà caldissimo”, caratterizzato da una legge di bilancio “coraggiosa”. Il ministro e vicepremier mette già le mani avanti nei confronti dell’Europa:
“Se in Europa ci trattano così sull’immigrazione, mi immagino cosa faranno sui conti”.
Nell’intervista a La Stampa, salta fuori di nuovo la minaccia di congelare i contributi che l’Italia versa ogni anno a Bruxelles: all’osservazione del giornalista della Stampa “Diamo circa dodici miliardi e ce ne tornano indietro dieci”, il ministro fa notare che “il punto non è il rapporto dare-avere. Il punto è come vengono utilizzati quei soldi. Non ci interessano le toppe provvisorie. Ci interessa la prospettiva”.
Ovvero? Intanto sul fronte delle alleanze, a seconda dei dossier, “agiamo e pensiamo in modo diverso dal passato”. “Conte, per esempio, ha un ottimo rapporto con Trump, che non a caso chiede agli investitori americani di venire da noi. Fincantieri collabora con la Francia. Abbiamo dossier economici aperti con la Germania. (..) Bisogna uscire dalla retorica europeista per cui basta far parte dell’Unione per andare d’amore e d’accordo”.
Dunque, se dovesse ripresentarsi un altro caso Diciotti? Su questo non ci sono dubbi: “Ora dobbiamo individuare procedure standard. E avendo capito che è inutile rivolgersi a Bruxelles o alla Commissione europea, tratteremo direttamente con i singoli Stati. Ma se l’Europa continuerà a non ascoltarci metteremo il veto sul bilancio e su tutti i dossier su cui è possibile farlo. Tra il 2020 e il 2027 ci sono in ballo 1137 miliardi di euro“.