Notiziario Notizie Italia DL Sostegni: 11 mld di aiuti alle Partite Iva, proroga Cig e blocco licenziamenti. Confesercenti: soldi in ritardo e insufficienti

DL Sostegni: 11 mld di aiuti alle Partite Iva, proroga Cig e blocco licenziamenti. Confesercenti: soldi in ritardo e insufficienti

22 Marzo 2021 10:45

Risorse insufficienti e a passo di lumaca. Questo il giudizio espresso da alcune delle principali associazioni di imprese di fronte al Decreto Sostegni, approvato dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento da 32 miliardi, 11 dei quali per i ristori, che arriveranno entro aprile a 3 milioni di Partite Iva. Si tratta di fatto della prima manovra economica del governo Draghi, alla quale ne seguirà un’altra a stretto giro. “Questo intervento è un primo passo, ce ne sarà un secondo assolutamente necessario”, ha assicurato il premier Mario Draghi, spiegando che l’entità del deficit aggiuntivo sarà definita in base all’evoluzione della pandemia. Da qualche settimana, negli uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze circolano alcune simulazioni di un possibile nuovo disavanzo di bilancio di almeno 20 miliardi di euro che potrebbe essere approvato dalle due Camere nelle prossime settimane.

In arrivo dopo Pasqua 11 miliardi di aiuti alle Partite Iva
Pilastro del provvedimento sono i nuovi ristori che prevedono l’addio ai codici Ateco, allargando quindi la platea dei beneficiari dei ristori. Sono disponibili 11 miliardi di euro a favore di circa 3 milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 10 milioni di euro e che abbiano registrato perdite di almeno il 30% de fatturato medio mensile 2020 rispetto a quello del 2019. Le fasce di contributo sono cinque, con percentuali che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019: il 60% per le imprese fino a 100mila euro e via via a scendere fino al 20% tra 5 e 10 milioni di ricavi. Quanto ai tempi, Draghi ha specificato: “i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”. In altre parole, se non ci saranno nuovi intoppi, le risorse messe a disposizione dal Decreto Sostegni arriveranno a imprese e lavoratori autonomi subito dopo Pasqua.

 

“In buona sostanza, saranno accreditati sul conto corrente delle attività interessate almeno tre mesi e mezzo dopo dalle chiusure imposte nel dicembre scorso dall’allora governo Conte – sottolinea la CGIA di Mestre – Pertanto, questi soldi giungeranno a destinazione non certo con la tempestività che la situazione imporrebbe, bensì a passo di lumaca”. Un ritardo, secondo l’associazione, del tutto ingiustificabile, soprattutto per le aziende di piccola e micro dimensione che non possono attendere così a lungo. Il crollo del fatturato e la conseguente mancanza di liquidità subita in questi ultimi mesi stanno infatti spingendo verso il baratro tantissimi operatori economici che rischiano di ricevere i soldi fuori tempo massimo, ovvero, dopo che molti di questi avranno cessato definitivamente la propria attività. Ma a deludere è anche l’ammontare degli aiuti: “E’ evidente che anche questo importo appare poca cosa se lo rapportiamo alla dimensione delle perdite subite dalle imprese e da tutto il mondo del lavoro autonomo”, commentano dalla CGIA, secondo cui servirebbero delle misure di indennizzo che arrivino a toccare almeno i 50 miliardi di euro.

Dello stesso parere anche Confesercenti che si mostra profondamente delusa dal primo provvedimento di Draghi. “Complessivamente – e ancora una volta – le risorse assegnate dal DL Sostegni per le imprese sono assolutamente insufficienti”, commenta l’associazione dei negozianti che fa qualche calcolo: anche considerando le tranche di contributi a fondo perduto arrivati lo scorso anno, si copre meno del 7% del fatturato perso dalle attività economiche nel solo 2020. Lo scorso anno la pandemia ha causato la perdita di oltre 300 miliardi di fatturato, come accertato dall’Agenzia delle Entrate. Sommando le risorse stanziate dal Decreto Sostegni a quelle distribuite precedentemente, si arriva appena 22 miliardi. Una cifra insufficiente a coprire pure i costi fissi: secondo le stime di Confesercenti servirebbero ancora altri 18 miliardi di euro anche solo per recuperare una soglia minima del 10% delle spese. Una scarsità di risorse “inaccettabile” e che è evidente soprattutto per le imprese familiari: sommando tutti i ristori, un’attività che fatturava 100mila euro nel 2019 e ne ha persi 80mila nel 2020 otterrà in tutto tra i 6 e i 7mila euro. E se per caso non avesse ricevuto le prime tranche, perché esclusa dal codice Ateco, riceverebbe in tutto appena 4mila euro, ovvero solo il 5% delle perdite. “Serve un vero cambio passo: è quello che ci aspettavamo – conclude Confesercenti – E purtroppo siamo stati delusi”.

Non soddisfatta Confcommercio: “Il decreto sostegni ha ancora forti limiti – ha detto Carlo Sangalli, presidente della confederazione – I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti”. Bisogna “rafforzare decisamente” le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto previsto dal decreto, in quanto “le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro”. I ristori, insomma, devono essere “più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi”.

Stralciate le cartelle fino a 5mila euro, per le Pmi blocco licenziamenti fino al 31 ottobre
Ristori a parte, tra le altre novità del DL Sostegni è stata confermato fino al 30 giugno il blocco dei licenziamenti per le imprese che dispongono della cassa integrazione ordinaria, mentre per le piccole imprese senza strumenti ordinari il blocco sarà fino al 31 ottobre. Doppio binario anche per la proroga della cassa integrazione: per le aziende che hanno la cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane, utilizzabili entro la fine di giugno. Per le piccole e medie imprese, le imprese artigiane e quelle sprovviste di Cigo le settimane di cassa integrazione in deroga Covid gratuita potranno essere utilizzare tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021. Sul fronte del Fisco, invece, sono state stralciate le cartelle affidate dal 2000 al 31 dicembre 2010, fino a 5mila euro e con un tetto di reddito a 30mila euro. Restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti delle cartelle in pagamento e gli avvisi esecutivi ed è stato prorogato di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Ci sarà più tempo anche per saldare le rate della Rottamazione ter e del saldo e stralcio. Inoltre l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo.