Donne: un aumento dell’occupazione femminile farebbe salire il Pil di 88 miliardi ogni anno
L’Italia è in ritardo rispetto al resto d’Europa in tema di occupazione delle donne e questo divario genera ogni anno una perdita di miliardi di euro. La percentuale di donne italiane in età attiva che partecipano al mercato del lavoro è meno del 50%, la più bassa d’Europa. Alzare quel livello per raggiungere la media dell’area dell’euro pari al 62,3% potrebbe sostenere la crescita e far salire il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia di 88 miliardi di euro ogni anno, secondo i calcoli di Bloomberg basati sui dati Eurostat.
Una conferma dell’effetto positivo della cultura della parità sulla crescita arriva anche da un recente studio di Accenture, “Getting to Equal 2019”, che evidenzia l’effetto moltiplicatore dell’inclusione femminile sull’innovazione. La stragrande maggioranza dei dirigenti in tutto il mondo concorda sul fatto che un’innovazione costante sia essenziale per il successo: il 95% vede l’innovazione come un elemento di vitale importanza, al pari della competitività e dell’efficienza economica. Ebbene, lo studio dimostra che l’esistenza di una mentalità tesa all’innovazione (volontà e capacità di innovare) è quasi sette volte superiore nelle società con una solida cultura della parità in cui ognuno è messo in condizione di progredire e crescere. Per esempio, laddove vi è una solida cultura della parità, ben il 46% dei dipendenti italiani dichiara che nulla impedisce loro di innovare, a fronte del 4% delle culture con una minore propensione alle pari opportunità.
Incoraggiare le donne a entrare nel mondo del lavoro richiede “l’approvazione sia di uomini che di donne”, ha ricordato la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, in un intervento a Londra della scorsa settimana. Ad oggi, gli impedimenti alla partecipazione femminile esistono ancora nella costituzione o nell’ordinamento giuridico di oltre l’80% dei paesi membri dell’Fmi.