Doppia doccia fredda su Italia da Ocse e Istat. UNC: aumenta rischio manovra e stangata autunnale
Doppia doccia fredda sul governo M5S-Lega e, in particolare, sull’ottimismo che il premier Giuseppe Conte & Co. ha nei confronti dell’economia. Una è arrivata dall’Ocse, che si è confermata ancora più pessimista di Bankitalia e dell’Fmi, che prevedono per il 2019 una crescita del Pil italiano pari a +0,6% e perfino, anche, della Commissione Ue, che pur ha operato una forte revisione al ribasso sul proprio outlook, dal +1,2% dello scorso anno a +0,2%.
Di fatto, ora l’Ocse prevede una recessione in Italia per l’intero 2019, caratterizzata da una contrazione del Pil dello 0,2%.
Immediate le reazioni delle varie associazioni, in particolare dell’Unione nazionale dei consumatori:
“Una doccia fredda per il Governo! Anche se riteniamo decisamente troppo pessimistica la stima dell’Ocse, specie alla luce dei dati Istat di ieri, secondo i quali la crescita acquisita per il 2019 sale da -0,2% a -0,1%, resta il fatto che la previsione dell’Esecutivo di avere per quest’anno un Pil a +1% diventa sempre di più un miraggio al quale ormai non crede nemmeno più il ministro Tria”. Così ha commentato la revisione al ribasso sui dati del Pil arrivata dall’Ocse Massimiliano Dona, presidente dell’UNC.
“Ne consegue che, saltando sia il rapporto tra deficit e Pil che quello tra debito e Pil, diventa alto il rischio di una manovra e di una stangata autunnale” , ha detto ancora il presidente dell’associazione.
Ma Dona aveva commentato, poche ore prima, anche la nota diramata oggi dall’Istat, relativa al mese di febbraio.
La nota dell’Istat non lascia spazio a grandi speranze sulla performance dell’economia italiana, nell’anno in corso.
“La fase difficile per l’economia italiana dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi. Lo prevede l’Istat, nella sua nota mensile sulla congiuntura a febbraio, diffusa oggi. L’indicatore anticipatore ha registrato una ulteriore diminuzione, avverte l’istituto di statistica nazionale, e ciò conferma le difficoltà dell’attuale fase ciclica dell’economia italiana.
Tradotto: c’è il rischio che la recessione tecnica in cui è entrata l’Italia a fine 2018 prosegua anche quest’anno, almeno nei primi mesi del 2019. Nel quarto trimestre del 2018 l’Italia ha sofferto un calo del Pil, il secondo consecutivo, a causa soprattutto di un contributo negativo delle scorte che ha azzerato l’apporto positivo delle esportazioni e dei consumi interni.
La dinamica del Pil ha risentito della fase di debolezza dell’industria solo in parte bilanciata dal miglioramento dei servizi. Per quanto riguarda il lavoro, l’Istat rileva una sostanziale tenuta. Nel corso del 2018, è proseguita la crescita dell’occupazione ancora una volta trainata dai dipendenti.
“I segnali per i prossimi mesi rimangono incerti”, avverte però l’istituto. Sui prezzi, l’inflazione torna ad aumentare ma il quadro complessivo indica un posizionamento su valori storicamente bassi. In questo quadro, la fiducia di famiglie e imprese è peggiorata.
Così ha commentato il numero uno dell’Unione Nazionale dei Consumatori:
“Traducendo il linguaggio tecnico dell’Istat, permane il rischio che anche nel primo trimestre 2019 prosegua la recessione”. L’UNc ha sottolineato che sul finire del 2018, solo le esportazioni e i mezzi di trasporto hanno riportato un incremento congiunturale consistente, superiore all’1%, mentre la spesa delle famiglie è sempre al palo (+0,1%). Inoltre preoccupa il crollo degli ordinativi di dicembre (-5,3% su base annua e -1,8% sul mese precedente).