Draghi, il suo governo decreterà successo o fallimento non solo dell’Italia ma dello stesso Recovery Fund
“Ci aspettiamo che l’Italia faccia i compiti“, tanto più ora, con Mario Draghi che si appresta a scrivere la storia del paese. Parola di Manfred Weber, capogruppo del Partito popolare europeo (Ppe) al Parlamento Ue, che parla sia al quotidiano La Repubblica che al Financial Times.
“Questa è una occasione storica affinché il paese investa nella sua economia e si prepari al futuro con un piano di riforme ambizioso – insiste Weber all’Ft – Noi ci aspettiamo che l’Italia faccia i suoi compiti, come ci aspettiamo che lo facciano tutti gli stati membri. Non dimenticate che questa è una parte esplicita dell’accordo. E su questo rimarremo fermi”.
L’Ue si conferma così faro e sentinella dell’Italia, anche con Draghi al timone del paese, mentre il Financial Times ricorda l’importanza che, attraverso un uso corretto delle risorse del Next Generation EU-Recovery Fund, Roma riesca a “rilanciare la sua economia sclerotica”.
Praticamente, avverte il quotidiano britannico, “il successo o il fallimento di Draghi nel dispiegare i fondi del Recovery e nel lanciare le riforme chiave sarà cruciale non solo per il futuro dell’Italia, ma anche per la credibilità del piano economico congiunto più ambizioso che l’Unione europea abbia approntato dalla nascita dell’euro“. Dunque, tirando le somme, anche per la credibilità dell’Europa e dell’euro stesso.
L’FT fa riferimento “alla politica tossica che ha già segnato l’Italia”, ripercorrendo la genesi della crisi di governo, culminata con la decisione del leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi di staccare la spina al governo Conte bis, nato a sua volta dalle ceneri del primo governo Conte, venuto alla luce con l’alleanza tra il M5S e la Lega.
Viene riproposto l’apparente parallelismo con il governo di Mario Monti, con l’opportuna precisazione.
“Stavolta l’Ue ha sospeso le sue regole fiscali (leggi Patto di stabilità), permettendo al debito pubblico italiano di superare il 150% del Pil (…) Ciò non significa che i fondi del Recovery Fund arriveranno senza condizioni. Per accedere alle risorse (209 miliardi di euro all’Italia – la fetta più grande della torta – sotto forma di sussidi e prestiti – ), allo stato membro (dell’Ue) è stato infatti richiesto di avviare un insieme di riforme, che dovranno essere presentate in base a tempi e con risultati fissati insieme alla Commissione (europea), presieduta da Ursula von der Leyen, nei cosiddetti Pnrr (piani nazionali di ripresa e di resilienza)”.
E su questo, come ha confermato una fonte all’FT, la Commissione non concederà sconti: le riforme dovranno essere fatte.
Detto ciò, il commissario Ue agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni ha sottolineato come ci sia una grande differenza tra il governo in via di formazione che sarà guidato da Mario Draghi e quello tecnico di Mario Monti, che resse l’Italia tra il 2011 e il 2013.
“La missione di Monti è stata una missione di salvataggio. Questa è una missione per evitare di perdere una opportunità storica, ed è per questo motivo che la leadership di Draghi è così importante -spiega al Financial Times Gentiloni, lui stesso ex presidente del Consiglio – Si tratta di un contesto molto diverso rispetto a quello che abbiamo avuto otto o nove anni fa. Alcuni di quei problemi ci sono ancora, ma ora c’è l’occasione di affrontarli in un contesto positivo di forte spinta alla crescita e alla ripresa, e non in un contesto di salvare il paese dalla troika”.
“Sono sicuro – ha continuato Gentiloni – che (Draghi) farà uso di tutta la sua esperienza straordinaria e della sua forte leadership per agire in modo giusto. Lui conosce molto bene tutti gli ostacoli, le difficoltà, le sfide che i presentano nel rendere possibile l’attuazione delle riforme in Italia”.
Dello stesso avviso Lucrezia Reichlin, docente presso la London Business School ed ex responsabile della divisione di ricerca della Bce, che sottolinea che Draghi non è “un tecnocrate che cade dal cielo” e che vuole spingere il paese verso un “corso intensivo volto a liberalizzare la sua economia” .
Il suo scopo, dunque lo scopo delle proposte che presenterà alla Commissione, sarà piuttosto quello di cercare di risolvere “l’incapacità strutturale dell’Italia di spendere soldi, che è collegata all’abilità del settore pubblico di prendere decisioni, di seguire processi trasparenti, e di essere sottoposto a controlli”.
L’Italia ha alle spalle una lunga storia che l’ha resa famosa per essere uno dei paesi che spendono nella misura peggiore i fondi strutturali dell’Unione europea. Un record che condivide anche con la vicina Spagna.
Nel periodo di bilancio Ue compreso tra il 2014 e il 2020, la Spagna riuscì a spendere solo il 36% delle risorse entro la fine dell’ultimo anno, e l’Italia fece poco meglio utilizzando il 43% delle risorse, rispetto alla Francia (tasso di assorbimento delle risorse pari al 61%) e all’81% della Finlandia“. Per questo, la preoccupazione di Erik Nielsen, capo economista di UniCredit, è più che comprensibile, laddove afferma che il sogno si realizzerà soltanto “se i soldi saranno spesi bene e, ovviamente, non sprecati”.
Lo stesso appello ha lanciato Weber nell’intervista rilasciata a La Repubblica:
“Questo fondo (riferimento al Recovery Fund-Next Generation EU diventerà un successo per l’Europa solo se non sprechiamo i soldi per spese orientate al passato. Bisogna investire nel futuro, nei nuovi lavori, puntando su clima, digitale e sanità;. E servono le riforme: quando vedi la scarsa capacità di assorbimento dei tradizionali fondi Ue da parte dell’Italia capisci che riformare la Pubblica amministrazione e la giustizia è cruciale per il Paese”.