Ecotassa auto spacca il governo, ecco una controproposta a costo zero
L’ecotassa sull’acquisto di nuove auto inquinanti spacca il governo con Salvini che la boccia a tutto campo (“Sono assolutamente contrario), mentre il M5S difende la misura specificndo che è tra quelle previste nel contratto.
Alle dure parole di Salvini ha replicato ieri pomeriggio la vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, in commissione Bilancio alla Camera: L’ecotassa sulle auto non colpisce né le auto vecchie né i modelli di piccola cilindrata.
“Mi sembra che mettere nuove tasse sia l’ultima cosa da fare – aveva detto il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini- se si vuole aiutare chi ha auto elettriche o ecologiche bene, ma senza penalizzare chi ha o avrà un’auto a benzina o diesel perché il settore dell’auto è già tassato a livelli folli”.
La misura
Una tassa a salire, da 150 fino a massimi 3mila euro, per tutti gli acquisti di auto nuove con emissioni di Co2 superiori ai 110 grammi/km. Nell’arco di tre anni, secondo quanto riporta Repubblica, l’ecotassa ammonterebbe a complessivi 900 milioni di euro. A questo si aggiungono le possibili ripercussioni sul mercato dell’aiuto che già negli ultimi mesi ha sofferto un forte rallentamento e questo “disincentivo” all’acquisto di nuove auto benzina e diesel potrebbe quindi comportare effetti recessivi.
Esempi concreti: fino a mille euro in più per una 500X
L’ecotassa rischierebbe di pesare sui cosiddetti “Panda People”, ossia chi contra una poco costosa utilitaria, mentre i vantaggi andrebbero a chi copra le più costose auto elettriche (incentivo di 6mila euro).
Prendendo ad esempio proprio la Panda, il modello più venduto in Italia, secondo i calcoli del Corriere della Sera verrebbe a costare 300-400 euro in più, una 500X e una 500L ben mille euro in più, mentre una Lancia Ypsilon avrebbe un prezzo maggiorato di 300 euro.
La proposta del Csp: incentivi alla rottamazione auto più inquinanti
Un bonus di 2.000 euro più uno sconto di altri 2.000 euro a tutti coloro che nel 2019 compreranno una nuova auto e contestualmente rottameranno un usato di oltre 10 anni. E’ la proposta di nuovi incentivi alla rottamazione avanzata al Governo dal Centro Studi Promotor, che rimarca come tale misura sarebbe a costo zero e con un aumento del gettito per l’Erario e con un impatto positivo sulla crescita del Pil. Il recupero del bonus a carico dello Stato (2.000 euro) sarebbe ampiamente garantito, dato che oggi, secondo l’Unrae, il prezzo medio per l’acquisizione di un’autovettura è di 21.020 euro di cui 3.790 di Iva.
La proposta del Centro Studi Promotor è costruita sulla base dei primi incentivi alla rottamazione che furono in vigore nel 1997 e che ottennero ottimi risultati senza oneri per lo Stato, dato che l’aumento del gettito Iva e delle tasse di immatricolazioni sulle auto vendute in più coprì completamente il costo dell’erogazione del bonus e lasciò all’Erario un maggior gettito netto di 1.400 miliardi di lire (723 milioni di euro).
“La nostra proposta – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – è motivata dall’esigenza di supportare gli automobilisti, spesso a basso reddito, che possiedono una vettura di oltre 10 anni di anzianità e che hanno necessità di sostituirla per evitare le limitazioni al traffico imposte per motivi ambientali”.