Editoria in affanno: gruppi in perdita e ricadute su occupazione ma brilla RCS
Il Corriere della Sera si aggiudica il primo posto nella top ten dei quotidiani d’informazione italiani con 227mila copie giornaliere nel 2017, seguito da La Repubblica (191mila copie) e La Stampa (146mila). Chiudono la classifica Avvenire (102mila), Il Messaggero (101mila), QN-Il Resto del Carlino (99mila), Il Sole 24 ORE (91mila), QN-La Nazione (73mila), Il Giornale (60mila) e Il Gazzettino (51mila). La classifica è quella fornita da R&S Mediobanca nell’edizione 2018 della sua consueta indagine sull’editoria in cui vengono analizzati i principali otto gruppi editoriali italiani cui fanno capo i maggiori quotidiani nazionali d’informazione, attraverso i conti del periodo 2013-2017 e dei primi nove mesi 2018.
Quotidiani: in Italia i prezzi meno cari d’Europa
Il 2017 ha visto un trend decrescente della diffusione cartacea in Italia, diminuita nell’ultimo anno di circa 400 mila copie al giorno, passando da 2,6 milioni a 2,2 milioni (-15,4% sul 2016 e -40,5% sul 2013) (dati ADS). A livello mondiale, invece, nello stesso anno la diffusione su carta è rimasta stabile (-0,1% sul 2016) e oggi la diffusione dei quotidiani italiani vale lo 0,4% di quella mondiale, meno di quella del primo quotidiano tedesco e britannico insieme. Nel 2017 il calo del giro d’affari dei gruppi editoriali in Italia non si riscontra in Francia (+7,5% sul 2016), Germania (+2,6%) e Regno Unito (+1%). Guardando ai prezzi dei quotidiani, l’Italia vanta quelli meno cari in media rispetto a quelli europei e nel 2013-2017 registrano l’incremento più contenuto. A conti fatti il Bild, Sun e Daily Mail costano meno della metà ma hanno una diffusione mediamente di quasi sei volte superiore a quella dei primi due quotidiani d’informazione dei principali paesi europei.
I ricavi dei gruppi italiani: prevale il segno meno
Guardando ai ricavi aggregati degli otto principali gruppi editoriali italiani prosegue nel 2017 nonostante qualche lieve segnale di miglioramento. Nell’ultimo anno i principali otto grandi editori hanno registrato ricavi complessivamente per 3,5 miliardi di euro, -6% sul 2016 e -20,2% sul 2013. I primi tre, Mondadori (fatturato di 1.268€ mln), RCS (896€ mln a cui si aggiungono 89€ mln di Cairo Editore, entrambi consolidati dalla Cairo Communication) e GEDI (634€ mln), rappresentano da soli l’83% del giro d’affari dei maggiori otto operatori editoriali nazionali. Ma ciò che emerge R&S Mediobanca sono le perdite cumulate nel periodo 2013-2017 per 1,2€ mld. Unica eccezione Cairo Editore che chiude il quinquennio in positivo (38€ mln). L’ingente calo delle vendite si riflette sull’occupazione: tra il 2013 e il 2017 la forza lavoro nell’editoria è diminuita di 3.301 unità, -21,7% sul 2013 e -8,8% sul 2016, attestandosi a 11.886 unità a fine 2017. Nel 2017 alcuni gruppi sono però in miglioramento: in particolare, RCS ha fatto registrare un utile netto di 71€ mln (rispetto ai 4€ mln del 2016), Mondadori 30,4€ mln (22,5€ mln nel 2016) e Il Sole 24 ORE 7,5€ mln (-92,6€ mln nel 2016