Effetto cashback aumenterà le disuguaglianze e rischia di fallire nella lotta all’evasione
Grandi le aspettative dei consumatori ed operatori nei confronti del cashback, il sistema di rimborsi per gli acquisti effettuati tramite app e carte partito in via speriamentale dall’8 dicembre. Dal 2021 la restituzione dei soldi sul conto corrente avverrà fino alla soglia del 10 per cento della spesa sostenuta con almeno 50 operazioni effettuate entro un tetto di 1.500 euro ogni sei mesi (quindi 300 euro al massimo di ristoro per ogni anno).
Chi avrà il cashback: l’identikit della Cgia di Mestre
Inoltre, sempre dal prossimo 1 gennaio e senza alcun importo minimo di spesa, i primi 100 mila partecipanti che in ogni semestre totalizzeranno il maggior numero di transazioni valide, riceveranno addirittura un super cashback di 1.500 euro. Il cashback, afferma l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, andrà a vantaggio dei più abbienti. Così se a Nordovest la spesa media è stata di 2.810 euro al mese, nel Sud ha toccato i 2.067 euro (un gap di 743 euro pari ad una variazione del 26 per cento). Nello specifico, comparando la spesa della regione più elevata con quella che ha speso meno, risulta che nella provincia autonoma di Bolzano è stata di 3.517 euro, in Puglia di soli 1.996 euro. Per quanto poi riguarda la predisposizione agli acquisti per titolo di studio emergono grosse differenze tra soggetti con livelli di istruzione alti rispetto agli altri. Così un capofamiglia laureato, l’anno scorso ha speso mediamente per gli acquisti mensili 3.587 euro, un diplomato 2.835, una persona con la licenza media 2.349 e con la sola licenza elementare 1.678 euro.Altrettanto significativo infine è il differenziale di spesa esistente tra le famiglie in base alla dimensione del comune di residenza. Mentre nei grandi centri metropolitani si spende mediamente 2.909 euro al mese, nelle periferie delle grandi città e nei comuni con più di 50.000 abitanti si scende a 2.581 euro e nei piccoli comuni fino a 50.000 abitanti, infine, la spesa scende a 2.443 euro.
In sostanza, dice la Cgia, i capi famiglia più istruiti, con professioni di alto livello che risiedono nelle grandi aree metropolitane, principalmente del Nord, delineano l’identikit dei nuclei famigliari che saranno maggiormente premiati dal cashback. Da qui è presumibile che saranno solo alcune categorie a trarre i maggiori benefici dal cashback e dai bonus e superbonus collegati finendo così per accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul Pil abbastanza modesto.