Elezioni: affondo di Cottarelli su crescita miracolosa indicata dai partiti per ridurre debito
In vista delle elezioni del 4 marzo il nodo conti pubblici rimane sullo sfondo del dibattivo politico con praticamente tutti i programmi dei principali partiti che puntano su un sostanziale abbattimento del debito. Per far quadrare i conti i partiti hanno decisamente azzardato sul fronte stime di crescita economica. Il PIL italiano dovrebbe inanellare anni di crescita miracolosa che non bacia il Belpaese ormai da decennio.
Secondo l’analisi di finanza pubblica condotta dall’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica guidato da Carlo Cottarelli, emerge che tutti i partiti prevedono una consistente riduzione del debito pubblico nei prossimi anni facendo leva proprio su un super-PIL. Nel dettaglio Forza Italia punta a un debito in calo di ben 20 punti al 112,8% del Pil nel 2022, -11 punti sono previsti dalla Lega mentre il PD appare più cauto con 118,2% di rapporto debito-Pil a fine legislatura con traguardo del 100% del PIL posto nel 2029. Numeri roboanti sul debito da parte del Movimento 5 stelle (M5S) che stima addirittura un calo di 40 punti del debito nel prossimi 10 anni.
Tali programmi poggiano tutti su stime di forte crescita economica. Forza Italia ipotizza un Pil nominale che nel 2018 sale del 2,5% e a fine legislatura (2022) tocca il +4 se non addirittura il +5% mentre la Lega arriva a +4,7. A sinistra invece Liberi e Uguali (+4,3) sorpassa il Pd e il suo “cauto” +3,5%.
Cottarelli rimarca come la flat tax, reddito di dignità, bollo auto, etc – su cui poggia il programma di Forza Italia – costerebbero 136,2 miliardi di euro mentre le risorse individuate sono solo 82,4 mld. Ammanco di 54 mld che avrebbe l’effetto di far lievitare e non scendere il debito, senza considerare le assunzioni decisamente ambiziose sul fronte crescita economica (Pil nominale in crescita tra il 3 e il 4%) e privatizzazioni (10 mld).
Il programma del M5S da un lato si impegna ad abbattere del 40% il debito pubblico e dall’altro parla di maggiori investimenti in deficit. Dalle colonne de La Stampa, Cottarelli mette in evidenza tale incongruenza se si considerano le promesse elettorali per 60-70 miliardi dei pentastellati che con ogni probabilità comporteranno un aumento del deficit. Per arrivare a un calo del debito del 40% sarebbe necessario un pil reale in crescita a ritmi cinesi del 5-6% annuo.