Elezioni, conto alla rovescia: Mattarella verso scioglimento Camere. Banche, Boschi e Ius soli fattori che condizioneranno il voto
La XVII legislatura della Repubblica, che era iniziata il 15 marzo del 2013, si avvia alla conclusione.
Stando alle indiscrezioni circolate nelle ultime ore, il presidente Sergio Mattarella sarebbe pronto infatti a convocare i presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, per sciogliere le Camere, subito dopo il discorso di fine anno del premier Paolo Gentiloni (previsto per la giornata di domani).
A quel punto, a seguito del decreto di scioglimento delle Camere, toccherà al Consiglio dei ministri decidere la data in cui gli italiani torneranno al voto.
Inizialmente, sulla base di accordi informali tra i partiti, due sembravano le date più probabili per le elezioni politiche italiane: il 4 marzo o il 18 marzo. Si era parlato anche dell’11 marzo.
Al momento lo spread non registra forti scossoni, viaggiando attorno alla soglia dei 150 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali all’1,90% circa.
Tuttavia, con la crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona che ha fatto dello spread BTP-Bund a 10 anni il termometro del sentiment del mondo della finanza verso l’Italia, è ovvio che qualsiasi strappo del differenziale al rialzo o al ribasso sarà attentamente monitorato.
Intanto, in attesa di quello che è l’iter che avvicinerà gli italiani al voto – la data del 4 marzo del 2018 viene considerata la più probabile – emergono alcuni sondaggi sul sentiment degli elettori.
Dal sondaggio condotto da Piepoli emerge per esempio che i fattori che determineranno le scelte nel segreto dell’urna saranno soprattutto lo ius soli e il caso delle banche, in particolare il caso Banca Etruria e il modo in cui il Pd di Renzi e di Maria Elena Boschi ha deciso non solo di gestire la vicenda all’epoca, ma anche di rispondere alle critiche che si sono riaccese con le recenti audizioni alla Commissione di inchiesta sulle banche.
Così emerge dal sondaggio Piepoli, che è stato condotto nel corso delle festività natalizie:
“Alcuni dicono che la Sottosegretaria Maria Elena Boschi dovrebbe ritirarsi dalla politica. Altri dicono che non ci sono ragioni giuridiche o morali per Maria Elena Boschi per ritirarsi dalla politica”.
In termini di cifre, il 47% ritiene che Boschi farebbe meglio a ritirarsi dalla politica, il 25% è dell’idea che l’attuale sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dovrebbe continuare e ricandidarsi, il 21% non si esprime sulla questione.
Dalle rilevazioni di Euromedia emerge lo scatto di popolarità del centro destra, che si riposiziona a livello nazionale al di sopra del 40%. Il risultato è che il PD dell’ex premier Matteo Renzi subisce un duro colpo.
Le ultime intenzioni di voto pubblicate alla vigilia di Natale danno il Pd al 23,5%, Ap allo 0,6%, Insieme (Partito Socialista Italiano-PSI+Green Italia-Verdi Europei+Area Civica) allo 0,7%, Emma Bonino e Radicali al 1,7%, con un netto risultato di 26,5% totale riferito alla sinistra nel suo complesso.
Un risultato poco più alto rispetto al 26,3% dei consensi del Movimento 5 Stelle, scalfito anche se in misura lieve rispetto alle precedenti rilevazioni, a causa della gestione di Roma dell’amministrazione di Virginia Raggi.
Il centro destra sale al 40,3%, con Forza Italia al 16,8%, Lega Nord di Salvini al 14,5%, Fratelli d’Italia al 5%, Noi con l’Italia al 1%, Democrazia Cristiana allo 0,7%, Energie per l’Italia, Rinascimento Sgarbi e altri insieme con un 2,1% su scala nazionale.
Il movimento Liberi e Uguali di Pietro Grasso è al 6,4%.