Notiziario Notizie Italia Emergenza Covid-19: ogni mese di chiusura causerà una perdita di 2 punti di Pil

Emergenza Covid-19: ogni mese di chiusura causerà una perdita di 2 punti di Pil

27 Marzo 2020 16:59

Ogni mese di chiusura causerà una perdita di 2 punti percentuali del Pil su base annua nelle principali economie mondiali, Italia compresa. Il solo settore del turismo dovrà fare i conti con un calo della produzione del 70%. Queste le previsioni dell’impatto del coronavirus e delle misure di contenimento, messe in atto per rallentare il contagio, sull’economia, formulate dall’Ocse. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, molte economie cadranno in recessione.

 

Le implicazioni sul Pil dipenderanno da molti fattori, tra cui l’entità e la durata delle chiusure nazionali, la riduzione della domanda di beni e servizi in altre parti del mondo e la velocità con cui diventano effettivi i fattori fiscali e monetari di supporto. Le variazioni dell’effetto tra le economie rifletteranno anche le differenze nella composizione della produzione. Molti paesi in cui il turismo è relativamente importante potrebbero essere più gravemente colpiti dagli stop e dalle limitazioni dei viaggi. Dall’altra parte, i paesi con settori agricoli e minerari relativamente consistenti, compresa la produzione di petrolio, potrebbero subire minori effetti iniziali dalle misure di contenimento, sebbene la produzione sarà successivamente colpita dalla riduzione della domanda globale di materie prime. In generale, comunque, l’impatto delle chiusure aziendali potrebbe comportare una riduzione del 15% o più del livello di produzione nelle economie avanzate e nelle principali economie dei mercati emergenti. Nella media, la produzione diminuirebbe del 25%.

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Da qui la necessità di un’azione “più incisiva per assorbire lo shock e una risposta più coordinata da parte dei governi per mantenere un’ancora di salvezza per le persone e un settore privato che emergerà in uno stato molto fragile quando la crisi sanitaria sarà passata”, sottolineano dall’Ocse. La priorità comunque deve essere oggi l’assistenza sanitaria. “Gli elevati costi imposti dalle misure di sanità pubblica oggi sono necessari per evitare conseguenze molto più tragiche e un impatto ancora peggiore sulle nostre economie domani – ha affermato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurría – Milioni di morti e sistemi sanitari crollati ci decimeranno finanziariamente e come società, quindi rallentare questa epidemia e salvare vite umane deve essere la prima priorità dei governi”.