Energia, l’Italia sta vivendo il suo momento Enron? Innowatio e Gala KO, ed è alert su nuove bancarotte
Per l’Italia è arrivato il momento Enron? E’ la domanda che pone Bloomberg, in un articolo dal titolo indicativo “Italy’s Enron Moment? Crackdown Leaves Power Market in Turmoil”.
Il riferimento è al giro di vite che ha colpito negli ultimi mesi il settore della distribuzione dell’energia elettrica nel paese, con l’Autorità per l’Energia che, lo scorso marzo, ha annunciato di aver avviato una indagine su ben 100 aziende, sospettate di “condotta irregolare” durante il 2016. Ma Bloomberg si riferisce anche al momento di profonda trasformazione che sta attraversando l’industria, e che potrebbe tradursi in scelte dolorose, come dimostrano i casi di Innowatio e Gala.
Riguardo al giro di vite sulle aziende che hanno gonfiato le bollette a danno dei consumatori, nel comunicato dello scorso marzo l’Autorità per l’Energia si è riferita espressamente a “condotte anomale del 2016, tenute dagli operatori dell’offerta e della domanda nei mercati all’ingrosso dell’elettricità, in particolare nel bilanciamento”. Ne sono scaturiti “errori che per dimensioni e frequenza di accadimento sono del tutto contrastanti con la diligenza e la perizia richieste a un operatore professionale ed esperto quale deve essere l’utente del dispacciamento”.
L’Autorità ha così ordinato a marzo il rimborso degli aumenti anomali e indebiti, stabilendo la restituzione delle somme corrispondenti al beneficio indebito conseguito, a Terna.
L’indagine, ricorda Bloomberg, continua e coinvolgere un mercato che vive “la sua più grande rivoluzione”, dopo essersi aperto alla competizione, quasi venti anni fa.
Un mercato che tuttavia oggi è caratterizzato dal rischio che diverse società siano costrette a chiudere i battenti, come nel caso di Innowatio, che fornisce energia elettrica attraverso la sua sussidiaria YouTrade, e Gala, società quotata in Borsa che ha sede a Roma.
Entrambi i gruppi hanno comunicato a novembre un piano che ne prevede la liquidazione, e i titoli Gala sono sospesi dalle contrattazioni in Borsa dallo scorso 30 giugno.
Sul caso Innowatio, stando a quanto scriveva il sito Bergamopost lo scorso 23 novembre, “quella che più volte è stata definita negli ultimi anni dallo stesso L’Eco come un’eccellenza di Bergamo, non ha retto il contraccolpo del sonoro tonfo di YouTrade, azienda controllata al cento per cento da Innowatio e andata incontro alla stessa fine il 18 ottobre scorso, dopo che s’era trovata costretta (a causa di investimenti rischiosi e calcoli sbagliati) a tagliare la fornitura di energia ai suoi 4.100 clienti, tra cui alcuni colossi dell’industria come Brembo, Siad e Coca Cola Italia”.
Scriveva ancora il sito:
“Innowatio chiude i battenti e cerca di ridurre al minimo i danni causati dalla messa in liquidazione di una controllata che mieteva il 73 per cento circa del suo intero fatturato, stimato appena dodici mesi fa in 1,7 miliardi di euro”.
Ma i due casi – di Innowatio e Gala – potrebbero essere solo l’inizio di un’ondata di liquidazione nel settore.
Intervistato da Bloomberg Gianfranco Sorasio, amministratore delegato del rifornitore di energia eVISO, afferma convinto che “il mercato italiano dell’energia sta tremando” e che “nei prossimi mesi assisteremo a tre cose: bancarotte, fusioni, e amministratori delegati che perderanno il posto di lavoro“.
Sulla base di alcune indiscrezioni, Bloomberg scrive inoltre che le “banche principali del paese, UniCredit e Intesa SanPaolo, potrebbero soffrire una perdita combinata di quasi 20 milioni di euro dal fallimento di Innowatio”, e che “non è chiaro se le banche abbiano accantonato fondi per far fronte a eventuali perdite, che comunque sono limitate rispetto ai loro bilanci da $900 miliardi”.
In ogni caso, “le due banche hanno preferito non commentare il caso”.
Ma già la diminuzione dell’offerta di aziende sul punto di fallire si sta traducendo in prezzi più alti, che comportano costi più alti per tutte le aziende italiane soprattutto, dicono gli esperti, per quelle manifatturiere.
Il problema, sottolinea l’articolo, si è presentato proprio lo scorso anno, quando, in concomitanza con le indagini delle autorità i prezzi energetici sono saliti, costringendo alcuni fornitori al sostenimento di costi più alti rispetto a quanto ricevuto dai propri clienti.
Come fa notare Catia Tomasetti, partner della società legale BonelliErede, “la volatilità dei prezzi energetici è stata tale da mettere a rischio la solidità di quei trader che non erano sufficientemente capitalizzati”.
E ora, secondo la stessa Bloomberg New Energy Finance (BNEF) “almeno 100 società retail attive nel settore dell’energia elettrica potrebbero essere colpite dal giro di vite, in una situazione in cui è improbabile che i prezzi elevati diminuiscano durante l’inverno. I leader dell’industria, Enel, Edison e Hera potrebbero trarre beneficio dagli scossoni (che stanno colpendo l’industria), riuscendo a conquistare una quota più alta del mercato. E ciò è vero anche per i fornitori più piccoli che operano in modo più prudente”.
Come riferisce a Bloomberg Lorenzo Parola, partner di Paul Hastings, a Milano: “Il mercato sta separando ora l’oro dalla pirite. Gli operatori che non dispongono di un capitale umano robusto, di risorse di capitale adeguate e di politiche di gestione del rischio solido rimarranno indietro”.