Energia: oltre 90% delle offerte del mercato libero sono più care del tutelato, rischio stangata su bollette luce e gas
Tariffe raramente più convenienti del mercato tutelato. E’ ciò che emerge dai dati diffusi oggi da Arera riguardo al mercato libero dell’energia. Il monitoraggio evidenza infatti come nel settore elettrico per il cliente tipo domestico residente, ci siani in media 64 offerte più convenienti della maggior tutela, pari solo al 4,72% di quelle a disposizione, mentre per il gas sono 65, pari al 9,82%. In altre parole, oltre il 90% delle offerte del mercato libero sono più care del tutelato.
“Dati illuminanti che dimostrano come siamo ben lungi dall’avere un mercato concorrenziale e che il mercato tutelato deve restare ancora ben oltre il 1° gennaio 2023 – commenta Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – Non si può fare il mercato libero, infatti, sulle spalle e le tasche delle famiglie”.
“La situazione descritta da Arera porterà ad un aggravio di spesa a danno delle famiglie che sono passate al mercato libero, e ad una riduzione delle tutele sul fronte dei diritti e delle forniture – afferma il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – Per questo chiediamo al Governo di bloccare la fine del mercato tutelato prevista per il 2023, poiché il passaggio obbligato al mercato libero si trasformerà in un massacro per le tasche dei consumatori e farà impennare la spesa energetica degli italiani senza migliore il servizio”.
Secondo le associazizoni a difesa dei consumatori, la ricerca dimostra non solo la mancata convenienza del mercato libero rispetto a quello tutelato, ma anche le condotte scorrette e aggressive degli operatori energetici, in quanto poco trasparenti e impossibili da confrontare. Le eassociazioni chiedono infatti che il portale offerte venga unificato con quello dei consumi, così che il consumatore possa inserire l’offerta che sta pagando per sapere se ce ne sono altre più convenienti.
“Se il 90,18% delle offerte del gas del mercato libero sono più care del tutelato, mentre nella luce sono addirittura il 95,28%, significa, senza se e senza ma, che la concorrenza sul prezzo non si fa, che le offerte sono ancora poco trasparenti, le pratiche commerciali ingannevoli. I venditori, poi, in assenza di un serio albo dei fornitori, sorgono come funghi, senza avere requisiti finanziari e garanzie adeguate”, ha proseguito Vignola.