Eni: Descalzi, prosegue miglioramento redditività nel II trimestre. Debito giù, livello più basso degli ultimi 11 anni
E’ stato un trimestre in deciso rialzo per Eni, sostenuto dalla crescita del prezzo del brent e dall’andamento delle attività Exploration & Production (E&P). Un secondo trimestre, come ha sottolineato Claudio Descalzi, amministratore delegato del gruppo, durante il quale “Eni ha proseguito nel trend di forte miglioramento della redditività che aumenta del 152% a fronte di una crescita del Brent in euro del 38%, trainata dalla performance del business E&P che ha più che triplicato il suo contributo”.
Il Cane a sei zampe ha archiviato il secondo trimestre 2018 con un utile netto adjusted, ossia al netto delle poste non ricorrenti, che è salito del 66% a 767 milioni di euro, ma è stato inferiore alle stime degli analisti pubblicate sul sito del gruppo di San Donato Milanese che indicavano un miliardo di euro. Nel periodo aprile-giugno l’utile operativo rettificato si è attestato a 2,56 miliardi, più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2017 e trainato, in particolare, dalla solida performance dell’E&P. “L’incremento dell’utile operativo è stato in parte assorbito dalla riduzione del contributo delle iniziative in joint venture e dall’aumento di circa 12 punti percentuali del tax rate al 65% – spiegano da Eni – trainato dalla E&P che riflette la crescita dell’imponibile in paesi a più elevata fiscalità rispetto a quella media e l’indeducibilità dei costi relativi a un’iniziativa esplorativa d’insuccesso”. Buone notizie anche dal fronte dell’indebitamento finanziario netto che prosegue nella sua discesa portandosi al di sotto di 10 miliardi: al 30 giugno 2018 è pari a 9,9 miliardi, “il livello più basso registrato negli ultimi 11 anni”, come ha indicato l’a.d. di Eni.
Quanto alla produzione di idrocarburi si è attestata a 1,86 milioni di barili/giorno nel secondo trimestre, in crescita del 5,2% e +4,6% nel primo semestre. Prevista una crescita del 4% per l’anno in corso a circa 1,9 milioni di barili/giorno.
Commentando i risultati trimestrali Descalzi ha inoltre posto l’accento anche sulla generazione di cassa consolidata che è “nettamente cresciuta, spinta dal prezzo Brent e dalla maggiore produzione con un contributo per barile che sale a 20 dollari, consentendoci di confermare la riduzione a 55 dollari/barile della nostra cash neutrality per il 2018” e “sull’ottimo risultato del business G&P, frutto della maggiore integrazione del business del GNL con le attività upstream e dei benefici della profonda riorganizzazione condotta negli ultimi anni”. Verrà infine confermata al consiglio del 13 settembre la proposta di un acconto dividendo di 0,42 per azione.