Ex Ilva: ArcelorMittal deposita l’atto di recesso e Palazzo Chigi studia il piano B
Possibile stop da parte di ArcelorMittal alle trattative con il governo per l’ex Ilva. I legali del colosso franco-indiano hanno depositato all’iscrizione a ruolo in Tribunale a Milano l’atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all’acquisto, dell’ex Ilva.
Ex Ilva: il colosso ArcelorMittal si tira indietro
Il gruppo che ha affittato per poi acquisire le acciaierie di Taranto, Novi Ligure e Cornigliano ha notificato pochi giorni fa ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di rescindere l’accordo che riguarda Ilva Spa e alcune sue controllate. Nel comunicato della multinazionale si legge che “secondo i contenuti dell’accordo” del 31 ottobre 2018 ArcelorMittal “ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione”. La ex Ilva occupa 10.700 operai, di cui 8.200 a Taranto.
Il piano B di Palazzo Chigi
Da lì il primo ministro Giuseppe Conte ha invitato il patron Lakshimi Mittal a sedersi al tavolo della trattativa e in attesa ha incontrato i parlamentari pugliesi del M5S, per parlare della vertenza Ex Ilva. Tra i punti di discussione, la possibilità di reintrodurre lo scudo penale per i vertici di ArcelorMittal, qualora la multinazionale decida di rivedere la decisione di disimpegnarsi da Taranto. Ma l’incontro si è concluso con una nulla di fatto e il premier Conte ha chiesto a tutti i ministri di presentare progetti e iniziative per far decollare quello che ha chiamato “Cantiere Taranto” al di là del nodo ArcelorMittal.
Che il patron del colosso dell’acciaio non sia ben disposto a sedersi al tavolo di trattative con il governo emerge dal fatto che oggi i legali di ArcelorMittal hanno depositato all’iscrizione a ruolo in Tribunale a Milano l’atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all’acquisto, dello stabilimento di Taranto e delle altre sedi del gruppo. Ora il procedimento passea al presidente del Tribunale Roberto Bichi che provvederà ad assegnarlo ad una delle due sezioni specializzate in materia di imprese. Ma a Palazzo Chigi pare si stia studiando un piano B. E’ il ministro dell’economia Roberto Gualtieri a ipotizzare la possibilità di un coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, magari affiancata da Invitalia per concedere uno sconto sull’affitto degli impianti, per una cifra di 800 milioni. Ma si affrettano a dire al Mef “per ora questa soluzione non esiste, per serietà bisogna portare avanti il piano “A”: la trattativa con ArcelorMittal”. La partita è ancora aperta.