Fisco: metà del gettito statale a carico dei lavoratori con l’Irpef. Stangata sul mattone
Quasi la metà del gettito che arriva nelle casse dello Stato è riconducibile all’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche con il 42,5% del totale a 208,9 miliardi. Così un’analisi del Centro studi Unimpresa secondo cui nella classifica delle tasse più esose, staccata di oltre 70 miliardi, c’è l’Iva, che assicura allo Stato un gettito di 136,9 miliardi (27,9%).
Le tasse più esose per i contribuenti italiani
Seguono, con valori assai più contenuti, l’Ires (imposta sul reddito delle società) con 32,7 miliardi (6,7%), le accise su benzina e altri prodotti petroliferi con 25,4 miliardi (5,2%), l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) con 23,6 miliardi (4,8%), le accise sui tabacchi con 10,6 miliardi (2,2%), l’Isos (imposta sostitutiva sui redditi da capitale) con 8,3 miliardi (1,7%), i proventi dal lotto con 7,7 miliardi (1,6%), i tributi legati alle assicurazioni con 7,1 miliardi (1,4%), i proventi sui giochi e le scommesse con 6,6 miliardi (1,3%), l’imposta di bollo con 6,6 miliardi (1,3%), l’imposta di registro con 4,8 miliardi (1,0%), l’Imu (imposta municipale unica sugli immobili) con 3,8 miliardi (0,8%), le accise sul gas naturale con 2,7 miliardi (0,5%), il canone tv con 1,9 miliardi (0,4%), le imposte ipotecarie con 1,6 miliardi (0,3%), le imposte sulle plusvalenze finanziarie con circa 900 milioni (0,2%), l’imposta sulle successioni con circa 800 milioni (0,2%), le accise sui prodotti alcolici con circa 600 milioni (0,1%).
Dalle tasse sul lavoro arriva, dunque, quasi la metà del gettito dello Stato con il 42,5% assicurato dai 208,9 miliardi di Irpef. Le aziende, invece, tra i 37,2 miliardi di Ires e i 23,6 miliardi di Irap, versano ogni anno all’amministrazione finanziaria 56,3 miliardi (11,5%). Ma è sul mattone che si registra una vera e propria stangata. Sugli immobili pesa una sostanziale tassazione patrimoniale di 11 miliardi (2,2% del gettito complessivo): ogni anno si pagano 4,8 miliardi di imposte di registro (applicate principalmente alle compravendite immobiliari), 3,8 miliardi di Imu (balzello su abitazioni e terreni, escluse le “prime case”), 1,6 miliardi di imposte ipotecarie e 800 milioni di tasse sulle successioni. La tassa sulla “speranza” vale complessivamente” 14,3 miliardi pari al 2,2% del gettito totale: 7,7 miliardi arrivano dal lotto e altri 6,6 miliardi da giochi e scommesse. Le accise valgono 39,3 miliardi (8%) e contemplano i balzelli su benzina e petroli (25,4 miliardi), tabacchi (10,6 miliardi), gas naturale (2,7 miliardi), alcol (600 milioni).