Flat tax e reddito di cittadinanza bombe a orologeria per conti pubblici. Martina (Pd): sarà governo dei debiti
L’avvicinarsi di un governo M5S-Lega riaccende i riflettori sui rischi legati all’attuazione di alcuni dei punti portanti dei programmi dei due partiti anti-establishment. Dalla flat tax al 15% targata Lega al reddito di cittadinanza sponsiorizzato dai grillini, si tratta di misure molto dispendiose che andrebbero ad aumentare deficit e debito dell’Italia. L’insieme delle proposte dei due partiti, secondo quanto calcolato da Il Sole 24 Ore, vale 80 miliardi di euro.
“Temo che Lega e Cinque Stelle faranno solo il Governo dei debiti”, sentenzia oggi il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina. In mattinata il segretario del Pd è intervenuto anche a Radio Anch’io sottolineando l’inconciliabilità dei due programmi di Lega e M5S con l’equilibrio dei conti pubblici: “Flat tax e reddito di cittadinanza sono inconciliabili perché insieme creano più deficit e debito. Scaricheranno le risposte del governo sulle generazioni future”.
Nodo pensioni
L’esponente del Pd si è soffermato anche sul capitolo pensioni: “La Legge Fornero va cambiata e ne discuteremo se questo governo proporrà dei cambiamenti, ma in questi anni si è già fatto qualcosa con l’Ape che ha permesso a 140 mila persone di andare in pensione prima nell’ultimo anno. “Tutte le leggi pensionistiche devono avere al centro la questione della giustizia generazionale, del futuro che lasciamo alle future generazioni”, ha aggiunto Martina.
L’alert di Goldman Sachs
Il maggior timore legato all’Italia e che serpeggia anche sui mercati negli ultimi giorni è che si materializzino politiche fiscali non coerenti con il mantenimento in equilibrio dei conti pubblici. In tal senso Goldman Sachs ritiene che un esecutivo del genere rende più concreta la possibilità che la legge di bilancio per il 2019 basata su “politiche fiscali indulgenti, che provochino un deterioramento dell’outlook della finanza pubblica, impedendo la flessione dello stock del debito pubblico, e aumentando così la probabilità di downgrade dei rating”.