Flat tax solo dal 2020 per le famiglie. Intanto la sinistra attacca: sarà un regalo ai ricchi
Infuoca già la polemica su sulla flat tax, uno dei capisaldi del contratto di governo M5-Lega. Ad agirare le acque sono state le dichiarazioni odierne di Alberto Bagnai, economista della Lega che molti accreditano come possibile sottosegretario all’Economia. Intervenendo alla trasmissione Agorà (RaiTre), l’esponente di spicco del Carroccio parla di un accordo per far partire la flat tax prima per le imprese, nel 2019, e l’anno dopo per le famiglie.
La flat tax, cavallo di battaglia elettorale della Lega di Matteo Salvini, è stata inserita tra le misure del contratto di governo M5S-Lega. Nella versione approvata la riforma fiscale non andrebbe proprio nella direzione di una “tassa piatta” ma sarebbe declinata con due aliquote fiscali: 15% per reddito familiare inferiore a 80mila euro e 20% per reddito familiare superiore agli 80mila euro.
Pd attacca: sulle imprese c’è già
Dichiarazione di Bagnai che non manca di infiammare la polemica politica. Luigi Marattin, parlamentare del Pd, ha sottolineato come la flat tax sui redditi di impresa esiste da qualche decennio. “Prima si chiamava Irpeg, e ora si chiama Ires – argomenta Marattin – e a ridurla dal 27,5% al 24% è stato il governo Renzi. Nel caso il futuro sottosegretario Bagnai si riferisse, invece, agli utili di impresa delle società di persone, anche quella esiste già: si chiama Iri, e l’ha fatta sempre il governo Renzi”.
A rincarare la dose è il segretario reggente del PD, Maurizio Martina: “Continua la presa in giro degli italiani da parte di Lega e M5S. Sulle imprese fanno finta di non sapere che abbiamo già fatto noi: Ires (dal 27,5 al 24%) e Iri (al 24% per le Pmi)”.
Polemica anche sulle implicazioni che avrà tale riforma fiscale, con i vantaggi maggiori per i redditi medio-alti. “La flat tax è come un Robin Hood al contrario. Un regalo ai più ricchi a spese dei più poveri. I 50 miliardi che servono verranno tolti a sanità e scuola pubblica che sono già al limite. #noflatax“, tuona via Twitter il deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza.