Fmi alza stime Pil Italia, ma su 2018 meno ottimista del Def. Così come anche su debito e disoccupazione
Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime sulla crescita dell’economia globale, facendo riferimento ai miglioramenti negli outlook di crescita dell’Eurozona, della Cina, del Giappone, dei mercati emergenti di Asia ed Europa, e della Russia. Le previsioni vengono alzate dello 0,1% a +3,6% per il 2017 e al +3,7% per il 2018, sulla scia della ripresa del commercio, degli investimenti e della fiducia dei consumatori. Tuttavia, il mancato lancio del bazooka fiscale tanto sbanderiato dal presidente Donald Trump durante i giorni infuocati della campagna elettorale fa rimanere ingessate le proiezioni sul Pil Usa, atteso in rialzo del 2,2% per quest’anno e del 2,3% nel 2018.
L’outlook per il 2017 era stato già tagliato dello 0,1% in occasione della diffusione del World Economic Outlook (WEO) di aprile, e in quell’occasione era stato ridotto dello 0,2% anche l’outlook per il Pil del 2018. A luglio, il Pil Usa è stato rivisto al rialzo poi alle stesse variazioni percentuali.
Nell’area euro, la crescita economica è stata alzata rispetto alle stime di luglio di 0,2 punti percentuali, sia per il 2017 che per il 2018, rispettivamente al +2,1% e al +1,9%, grazie alla ripresa delle esportazioni e della domanda interna, alimentata dal minore rischio politico e dalle condizioni di accesso ai finanziamenti che rimangono accomodanti. E anche il Pil dell’Italia, nello specifico, è stato rivisto al rialzo.
Per la precisione, ora il Fondo Monetario Internazionale prevede, dopo la crescita al ritmo +0,9% del 2016, un aumento del prodotto interno lordo, nel 2017 e nel 2018, rispettivamente dell’1,5% e dell’1,1%, meglio di 0,2 punti e 0,1 punti percentuali dell’outlook di luglio. Ma se il rialzo dell’1,5% nel 2017 è in linea con le previsioni del governo, contenute nella nota di aggiornamento al Def, per il 2018 le previsioni sono inferiori. Anche per il 2018, il Def prevede infatti un incremento del Pil dell’1,5%.
Nota stonata anche quella del tasso di disoccupazione. L’esecutivo Gentiloni stima livelli di disoccupazione che sono più confortanti di quelli dell’Fmi, che prevede una flessione più contenuta, all’11,4% nel 2017 rispetto all’11,7% dell’anno scorso, e all’11% nel 2018.
I valori sono più alti, decisamente, rispetto alla media dell’Eurozona, per cui il Fondo stima una disoccupazione in calo dal 10% del 2016 al 9,2% nel 2017, fino all’8,7% dell’anno prossimo.
Ancora, l’istituzione di Washington prevede un aumento del debito pubblico al 133% del pil nel 2017 dal 132,6% dello scorso anno. Per il Fondo il rapporto debito-Pil scenderà poi al 131,4% nel 2018 e al 120,1% nel 2022. Da segnalare che, sempre nella nota di aggiornamento al Def, il governo prevede un debito in calo, quest’anno, al 131,6% e al 130% nel 2018, entrambe previsioni più rosee di quelle dell’Fmi.
Il deficit-Pil è stimato in flessione al 2,2% dal 2,4% del 2016, e in ulteriore calo all’1,3% nel 2018. Il governo nella nota di aggiornamento del Def ha stimato un debito al 131,6% nel 2017 e al 130% nel 2018