Frenata della produzione industriale, si rafforzano i timori di recessione per l’Italia
Nuova doccia gelata sulle prospettive dell’economia italiana. La produzione industriale ha mostrato a novembre una flessione dell’1,6% rispetto al mese precedente e del 2,6% su base annua, secondo i dati pubblicati oggi dall’Istat. Si tratta della lettura più debole da ottobre 2014. Una brusca discesa, peggiore del previsto, che rafforza i timori di recessione tecnica. Gli analisti si aspettavano infatti un lieve calo dello 0,3% rispetto al mese prima e addirittura un aumento dello 0,2% su base annua. “Queste tendenze negative – spiega l’Istat – potrebbero risultare amplificate da un effetto ponte connesso con il posizionamento nel calendario della festività del primo novembre”.
Fatto sta che il nuovo calo della produzione industriale con molta probabilità si tradurrà in un Pil più debole nel quarto trimestre del 2018, rafforzando il timore che l’Italia stia entrando ancora una volta in recessione. La conferma la si avrà soltanto il 31 gennaio quando verrà pubblicata la prima stima dell’Istat sulla crescita del Pil negli ultimi tre mesi del 2018. Se al calo, già registrato nel terzo trimestre, seguirà un altro calo, come è molto probabile, il paese sarà nuovamente in recessione.
“Se effettivamente il dato del quarto trimestre confermerà che la tendenza positiva del Pil avviatasi dal 2015 si è nuovamente invertita, per l’Italia, unica tra le economie avanzate, la crisi iniziata nel 2008 assumerà un profilo non più a doppia V ma ancora più preoccupante”, ha avvertito Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. Rispetto ai livelli ante-crisi, vale a dire rispetto al 2007, la produzione industriale italiana è ancora al di sotto del 20,2%.
In controtendenza rispetto al crollo generale della produzione industriale si è mosso il settore alimentare, la cui produzione a novembre, anzichè scendere come tutti gli altri comparti, è salita del 2,7% rispetto allo scorso anno grazie alle festività di Natale, con le spese a tavola che rappresentano la principale componente del budget delle famiglie. L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è stata quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane hanno destinato alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,5 miliardi di euro, secondo l’analisi della Coldiretti.