Gentiloni: Italia non giochi il Rischiatutto. Della Ragione (Goldman): paese che ha avuto Draghi e Ciampi non è senza speranza
“Mi auguro che la campagna elettorale invece di essere un festival di paure e illusioni sia seria“, in modo tale da consentire alla gente di decidere ” chi dei tre blocchi in campo è più in grado di governare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a Che tempo che fa.
In vista delle elezioni politiche italiane del prossimo 4 marzo, il premier ha ammesso di essere soddisfatto per avere rasserenato il clima politico, e ha perorato anche la causa del partito a cui appartiene, il PD. Lanciando allo stesso un monito: l’Italia stia attenta e non giochi al Rischiatutto.
“Per rispetto agli elettori dobbiamo dire che c’è una sfida 4 il marzo molto importante, che ci sono grosso modo tre blocchi che si sfideranno: il centrosinistra di governo, il centrodestra e i 5 stelle, penso che sia molto rilevante quello che gli elettori decideranno e che il centrosinistra può essere la coalizione vincente. Mi auguro si chiudano i rapporti di alleanza con Bonino, Lorenzin e la lista Insieme“.
Piena fiducia nelle potenzialità del Partito Democratico di Matteo Renzi, che secondo il premier ha assicurato il raggiungimento di risultati concreti.
“Credo che il Pd possa essere il primo partito sulla base di quello fatto in questi anni, se succede ci sarà fiducia nella credibilità di questo paese. Poi chi farà il premier lo deciderà il presidente della Repubblica, si discuterà in Parlamento, ma il Pd ha una squadra di governo molto forte, nessuno può avere una squadra minimamente comparabile. Sarà spocchioso ma penso sia così”.
Non è mancato l’avvertimento stile monito:
“Io insisto che per rispetto agli elettori bisogna dire ‘avete una scelta nelle vostre mani’. Se gli diciamo che la scelta è di altri dopo le urne, non facciamo bene alla democrazia. Ci sono tre opzioni sul tavolo, ciascuno può scegliere, e ciascun blocco in teoria può avere la maggioranza. Io spero che l’Italia non giochi il ‘rischiatutto’ con forze che non sanno governare il paese. Penso che centrosinistra abbia dimostrato di saper governare”.
Sulla questione tanto dibattuta del Canone Rai, tornato alla ribalta dopo la proposta di Renzi – lo stesso che aveva deciso di obbligare i cittadini al pagamento inserendolo nelle bollette -, di cancellarlo, Gentiloni ha messo i puntini sulle “i”.
“Penso che se riusciamo a far pagare di meno i cittadini per il servizio pubblico possa essere positivo, questa alla fine è la proposta del segretario del Pd. Io mi concentrerei sul far pagare di meno alcune fasce sociali”.
“L’esenzione del canone in Italia è molto limitata, oggi solo 150-200mila, pensate alle famiglie di una sola persona, per le quali la tv, cito il cardinale Martini, è un antidoto alla solitudine, che è una delle malattie più drammatiche dei prossimi anni. Esentarle sarebbe utile e importante. Poi un grande paese europeo ha un grande servizio pubblico e noi tutto sommato ce l’abbiamo, non sarà la Bbc, come diceva Renzo Arbore, ma dopo la Bbc la Rai è la più importante del mondo come tv pubblica, vorrei lo si capisse fuori dall’Italia. All’estero c’è meno presenza Rai, la Rai è un pezzo del messaggio dell’Italia al mondo. Teniamocela stretta”.
“Il problema è che te la devi guadagnare”. E un mondo con mille canali richiede che ci sia Bolle, Angela, ecc, sennò ti confondono nel mucchio, bisogna difenferlo ma che abbia una sua specificità questo servizio pubblico”.
Intanto, mentre il mondo intero si interroga su come sarà l’Italia post dopo, e quale sarà la reazione dei mercati una volta conosciuto l’esito delle elezioni, a ricordare al paese il suo potenziale, è Massimo Della Ragione, banchiere di Goldman Sachs, in un’intervista a Il Sole 24 Ore.
Come ricorda il giornalista Paolo Bricco, Della Ragione “è uno dei 10 italiani tra i 400 partner della maggiore tra le banche d’affari”.
Della Ragione fa notare che l’Italia è il paese di Tod’s e Ferragamo, Cucinelli e Prada, Luxottica e Ferrari:
“Ed è il paese del turnaround di Sergio Marchionne, che ha salvato una Fiat in stato agonizzante, con tutte le banche che le “shortavano” contro, e che ha realizzato quella cosa pazzesca che è stata l’operazione Chrysler (…) Non si capisce perchè in molti, nel nostro Paese, nutrano ostilità verso Marchionne. Credo che influisca la cultura anti industriale e anti imprenditoriale che persista in buona parte della nostra società”.
La speranza che le cose cambino per il banchiere che, a nemmeno 30 anni, arrivato in JP Morgan, si occupò della privatizzazione di BNL, c’è.
Proprio in quell’epoca, ricorda Della Ragione, “il direttore generale del ministero dell’Economia e delle Finanze era Mario Draghi, il capo progetto Vittorio Grilli, il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi.
“Personalità di un assoluto livello intellettuale, professionale e morale”. E, secondo Della Ragione, “un Paese che riesce a creare quella classe dirigente non è un Paese senza speranza. E’ un Paese che ha storia, cultura, umanità. Ma che, di certo, deve tornare a occuparsi della sua identità e del suo interesse”.