Governo Conte alla prova della fiducia: su manovra punta su taglio cuneo fiscale e stop aumento Iva
“Il nostro obiettivo prioritario è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto ‘cuneo fiscale’, a totale vantaggio dei lavoratori, e individuare una retribuzione giusta, il cosiddetto ‘salario minimo’, garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”. Nel corso delle dichiarazioni programmatiche a Montecitorio sulla fiducia al governo Conte bis, il premier Giuseppe Conte illustra quelli che saranno i pilastri su cui si fonderà il governo M5S-PD.
In primo piano la necessità di tagliare il ‘cuneo fiscale’, ribadita da anni da più parti, in primis da Confindustria. E si capirà subito se questa promessa riuscirà a essere mantenuta, visto che la misura della riduzione del cuneo fiscale, ha confermato Conte, sarà tra le priorità della nuova legge di bilancio per il 2020:
Legge di bilancio che non sarà affatto facile. “Siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa“, anticipa il premier, affermando comunque che, in merito alla manovra economica, “le forze politiche che compongono l’esecutivo hanno già avviato proficue interlocuzioni”.
“La sfida più rilevante, per quest’anno – aggiunge – sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale”.
Ma da dove arriveranno le risorse per scongiurare l’incremento dell’Iva e tagliare il cuneo? Le risorse, spiega il presidente del Consiglio, “saranno reperite con una strategia organica e articolata, che includerà un controllo rigoroso della qualità della spesa corrente – a questo riguardo vanno completate e rese efficaci le attività di spending review – e includerà, altresì, un attento riordino del sistema di tax expenditures, che salvaguardi l’importante funzione sociale e redistributiva di questo strumento, nonché un’efficace strategia di contrasto all’evasione, da condurre con strumenti innovativi e un ampio ricorso alla digitalizzazione”.
Ha parlato di tutte queste sfide, nella giornata di ieri e in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, anche il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia, ponendo l’accento sulle richieste degli industriali e sottolineando, nel commentare il programma di governo M5S-PD, che “restano i nodi di sviluppo che abbiamo già indicato: cuneo fiscale (per l’appunto), questione infrastrutturale nazionale ed europea, la questione del salario minimo, su cui non siamo critici, ma dovrebbe essere a nostro avviso legata ai grandi contratti di riferimento. E aggiungiamo anche un grande piano di inclusione giovani”.
Qualche giorno fa, un auspicio a intervenire sul cuneo fiscale è arrivato anche da Confcommercio che, in una nota, ha scritto che, secondo i commercianti, tra le priorità “prima fra tutte c’è il disinnesco degli aumenti Iva per oltre 50 miliardi tra il 2020 e il 2021″, aggiungendo poi che “nell’agenda del confronto dovranno anche essere affrontati i temi della riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, della riforma complessiva delle aliquote Irpef e della necessità di un forte impulso agli investimenti in innovazione e infrastrutture”.
Con un discorso che è durato un’ora e mezza, Conte ha affrontato altre questioni legate alla legge di bilancio, confermando l’impegno dell’esecutivo a garantire la sostenibilità del debito:
“Realizzeremo questa visione tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e della sostenibilità del debito che avvieremo lungo un percorso di riduzione – ha sottolineato – In questo modo potremo arrivare a liberare nuove risorse, da reinvestire per realizzare a fondo e nel modo più incisivo questa complessiva e articolata stagione riformatrice”.
Il premier non ha mancato di fare riferimento anche al clima di maggiore fiducia che si respira sui mercati:
“Come dimostra la sensibile riduzione dei tassi rispetto ai livelli dello scorso ottobre, i mercati finanziari stanno investendo con fiducia sulla nuova fase che l’Italia sta attraversando. La diminuzione della spesa per interessi pagati sul nostro debito pubblico è una vera e propria ‘riforma strutturale’, perché ci permette di allentare quello che è stato il maggior freno alla crescita del nostro Paese negli ultimi decenni”.
Detto questo, il premier ha parlato anche della necessità che il Patto di stabilità e crescita venga rivisto:
“Occorre anche migliorare il Patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione, per semplificarne le regole, evitare effetti pro-ciclici, e sostenere gli investimenti a partire da quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale. Un’impostazione di bilancio pro-ciclica, infatti, rischia di vanificare gli importanti sforzi compiuti sul piano interno per rilanciare la crescita potenziale del Paese, deprimendo la crescita effettiva”.
Ancora, Conte ha sottolineato che “il Governo si impegnerà nelle sedi europee per realizzare un piano di investimenti sostenibili, per riformare l’Unione economica e monetaria e l’unione bancaria, a partire dall’istituzione di un bilancio dell’area euro, di uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione e di una garanzia europea dei depositi”.