Greenpeace contro allevamenti intensivi, protesta al ministero per dire stop ai fondi pubblici
Attivisti di Greenpeace in azione a Roma, di fronte al Ministero delle Politiche Agricole, contro gli allevamenti intensivi. Mentre è in corso a Helsinki il Consiglio informale dei ministri europei dell’Agricoltura sulla PAC (Politica Agricola Comune), Greenpeace chiede alla ministra Teresa Bellanova di agire subito a tutela dell’ambiente e dell’agricoltura.
Quanto inquinano gli allevamenti intensivi
“Gli allevamenti intensivi sono vere e proprie fabbriche, principali responsabili delle emissioni di ammoniaca e seconda causa di inquinamento da polveri fini in Italia” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia. Secondo i dati dell’associazione ambientalista, la produzione di carne è responsabil ad oggi del 14% delle emissioni di gas serra in Europa, pari a quello del settore dei trasporti. L’agricoltura industriale e l’allevamento sono responsabili addirittura dell’80% della deforestazione a livello mondiale.
Quanto è importante la tutela del Made in Italy
Il settore agricolo è tra i più penalizzati dai cambiamenti climatici. In Italia, tra il 2004 e il 2016, hanno chiuso oltre 320 mila aziende agricole (un calo del 38%), mentre ogni anno, attraverso la politica agricola europea (la PAC), miliardi di euro di fondi pubblici vengono spesi per finanziare il sistema degli allevamenti intensivi (allevamento e produzione di colture destinate alla mangimistica).
In questo contesto il Made in Italy, inteso come garanzia di qualità anche in termini di impatti ambientali, diventa essenziale. “È ora di utilizzare il denaro pubblico per sostenere le aziende che producono in modo ecologico, smettendo di foraggiare un sistema inquinante, con costi ambientali e sociali non più sostenibili come quello degli allevamenti intensivi”, concludono da Greenpeace.