Gubitosi si prende Telecom, subito nodo rete e dossier cessione Sparkle. Governo spettatore interessato
Luigi Gubitosi è il nuovo amministratore delegato di Telecom Italia. L’ex ad di Wind arriva in un momento critico per il futuro della maggiore tlc italiana. Le tensioni a livello di governance, con le forti tensioni tra il fondo Elliott e Vivendi, non agevoleranno certo il suo compito con diversi dossier che vedono posizioni contrastanti a cui si aggiunge anche quella del governo sulla separazione della rete e non solo.
Tra i primi dossier che Gubitosi dovrà affrontare c’è l’opzione strategica della separazione della rete, caldeggiata dal governo in vista di una futura integrazione della rete Tim con quella di Open Fiber. Nelle scorse settimane il vice premier Luigi Di Maio aveva fatto presente l’intenzione di chiudere entro la fine dell’anno il dossier predisponendo una norma che porti a una fusione della rete di Tim con quella di Open Fiber rivedendo la cornice normativa per accelerare lo sviluppo della banda ultralarga.
Tra gli altri dossier aperti in casa Telecom ci sono sicuramente quelli relativi alle dismissioni. Il fondo Elliott spinge per la cessioen di Sparkle che avrebbe una valorizzazione di circa 1 miliardo di euro. Il processo di vendita è già avviato, ma anche in questo caso bisognerà vedere cosa farà il governo con Di Maio che a settembre aveva fatto capire che una cessione non era gradita. Tra gli asset in vendita ci sono anche le torri Inwit, che vedono in capo a Tim una quota del 60%.
Il percorso a ostacoli che ha portato alla nomina di Gubitosi
Tutti i 10 consiglieri eletti nella lista Elliott hanno votato compatti il nome del nuovo ceo che prende il posto di Amos Genish, sfiduciato dal cda lo scorso 13 novembre. A tessere la tela negli ultimi giorni è stato il presidente Fulvio Conti al fine di evitare che si arrivasse al cda di ieri con i consiglieri in quota Elliott non compatti sul nome da esprimere.
I cinque rappresentanti di Vivendi hanno votato contro e i francesi stanno affilando le armi per dare battaglia su più fronti dopo le parole al vetriolo dell’ultima settimana, con la modalità con cui è stato sfiduciato Genish definita “vergognosa”. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, Vivendi non esclude la possibilità di un ricorso alla Consob circa le modalità che hanno portato alla nomina di Gubitosi. Sotto accusa sarebbe la riunione di sabato pomeriggio organizzata dal presidente Conti con solo i 10 consiglieri indipendenti espressione della lista Elliott, al fine di compattare il voto su Gubitosi. L’esclusione da tale riunione dei consiglieri Vivendi sarebbe contraria alle regole.
I francesi sono inoltre pronti a dare battaglia richiedendo una nuova assemblea nel tentativo di ribaltare nuovamente i rapporti di forza nel board.