I Benetton fuori da Autostrade, i punti dell’accordo e la reazione di Atlantia in Borsa
Uscita di Atlantia da Aspi entro un anno, ingresso di Cdp nell’azionariato di Aspi e successiva quotazione della società in Borsa. Sono i punti nevralgici dell’accordo raggiunto in piena notte tra governo e Atlantia e che è portato al difficile compromesso che evita la revoca della concessione costringendo però i Benetton a defilarsi dall’azionariato. In tal modo si delinea un futuro di Autostrade per l’Italia (Aspi) a controllo pubblico tramite CDP che deterrà il 51% e successiva quotazione.
Positiva la reazione in Borsa di Atlantia che vede dissiparsi l’incubo revoca. Il titolo Atlantia non fa prezzo, segnando un teorico +18% in area 13,5 euro dopo accordo con governo.
Niente revoca, i punti dell’accordo
L’accordo prevede la rinuncia alla revoca solo in caso di completamento dell’accordo transattivo. La transazione, come rimarca una nota del governo, prevede misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro; il rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario; la riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (che riduce da 23 a 7 mld l’indennizzo in caso di revoca).
Previsto anche l’aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario; la rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”; l’accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
Il Consiglio dei ministri ha dato mandato al ministero dell’Economia e delle finanze e al ministero delle Infrastrutture di definire i dettagli della transazione con Aspi.
Il nuovo assetto societario di ASPI
Atlantia e ASPI si sono impegnate a garantire l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso: la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP; l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali.
La cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi.
La scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante. In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento.
Da definire la valutazione della quota
Andrà verificato l’effetto finale sulla valutazione di ASPI del negoziato sulle tariffe. L’aumento di capitale riservato a CDP rischia di ridurre significativamente il valore di ASPI per Atlantia. Mentre la cessione delle quote a fondi o la cessione dell`88% di ASPI direttamente a CDP massimizzerebbe il cash-in per Atlantia. “La soluzione finale trovata è importante per risolvere il problema del debito nella holding (5 mld) – rimarca Equita SIM – La soluzione negoziale con l`entrata di CDP in ASPI è sicuramente positiva per i bond holders, dal punto di vista dell`equity andrà definito quanto sarà diluitivo l`aumento di capitale riservato a CDP”.