I numeri che ‘raccontano’ la fine del Covid-19 in Italia: ecco cosa emerge dalle stime degli Attuari
“Dall’analisi dei numeri il Coronavirus in Italia tenderà a scemare entro l’estate. Al più con una coda che nella peggiore delle ipotesi non dovrebbe superare la metà di luglio, mentre il numero di ricoveri in terapia intensiva tenderà allo zero già a partire dalla fine di maggio. Sempre nell’ipotesi di continuità degli attuali trend e di assenza di ulteriori ondate di casi“. È questa la previsione che emerge dall’analisi statistico-attuariale dell’ordine degli Attuari (riunisce i professionisti specializzati nelle valutazioni dei rischi per determinare il calcolo dei premi assicurativi) sull’andamento del Covid-19.
A seguito di proprie analisi e studi portati avanti fino a oggi, l’Ordine degli Attuari ha identificato alcune tendenze che definisce “sufficientemente consolidate”. Facendo però una premessa fondamentale: “occorre essere consapevoli che la certezza assoluta e l’omogeneità sui dati non sono scontate a priori, in particolare sul numero dei casi e sul numero dei decessi; questa è una raccomandazione generale per tutti coloro che intendano effettuare valutazioni quantitative sul tema”.
Alcuni numeri in evidenza
L’ordine ha così fornito i primi risultati dell’analisi, basata sui dati ufficiali (OMS e ISS-Istituto Superiore di Sanità). In particolare, gli attuari si soffermano sulla “positiva e costante diminuzione del numero delle persone in terapia intensiva“. Erano “circa 4.100 un mese fa, circa 1.300 oggi” e “se il calo procederà con questo ritmo, che appare abbastanza consolidato, questo dato molto rilevante dovrebbe scemare in un tempo relativamente breve, ragionevolmente entro la fine di maggio”. Nella nota odierna l’ordine degli Attuari pone anche l’accento sul fatto che “il numero dei decessi è comunque ancora alto“. “Si è scesi lentamente, fino a qualche giorno fa, a un livello compreso tra 350 e 450 decessi al giorno, con un trend in diminuzione, ora più chiaro e meno altalenante, che viaggia verso i 150/300”, rimarcano.
“Rimane la tendenza generale ad una diminuzione di alcuni indicatori italiani rispetto agli altri Paesi, soprattutto in Europa. Fino a qualche giorno fa avevamo in Italia il 15% dei casi e il 25% dei decessi registrati nel mondo; 10 giorni fa erano l’8,5% e il 17,5%; oggi siamo al 6,1% e 12% – aggiunge l’ordine -. E’ presumibile un’ulteriore discesa nei prossimi giorni, perché in una larghissima parte degli altri Paesi l’epidemia tendenzialmente continua a crescere, essendo nella fase ascendente della curva; in Italia, invece, è cominciata una graduale discesa”.
Presidente Crenca: “consapevoli che non basta l’analisi dei numeri”
” Pur consapevoli che non basta l’analisi dei numeri a risolvere tutti i problemi legati all’emergenza sanitaria intendiamo fornire una lettura attenta del fenomeno, seppur solo dal punto di vista dei numeri, affinché possa essere utile a chi deve prendere decisioni sia in ottica contingente che di prevenzione”, ha dichiarato Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, “per questo siamo pronti a mettere le nostre competenze al servizio del Paese”.
Istituto Superiore di Sanità: Brusaferro, ancora in fase epidemica
Quando si parla di coronavirus la parola cautela rimane d’obbligo soprattutto perchè è scattata solo da pochi giorni (il 4 maggio) la cosiddetta ‘Fase 2‘ in Italia con la ripartenza parziale di alcune attività economiche. E proprio oggi c’è stata l’audizione in Commissione Affari sociali alla Camera di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che ha dichiarato: “Siamo ancora nella fase epidemica. Il fatto che la curva dei contagi sia decrescente è positivo e dimostra l’efficacia delle misure adottare e il comportamento degli italiani. Questo, però, non toglie che abbiamo nuovi casi e la circolazione del virus è presente nel Paese, e questo deve farci adottare tutte le misure necessarie. Brusaferro ha poi sottolineato che “non siamo ancora in grado di immaginare l’eradicazione o eliminazione del virus perchè è necessario il vaccino, però possiamo fare in modo che la circolazione sia piuttosto limitata”.