Ibrido-elettrico? Il modello ‘eletto’ dagli italiani per guidare transizione ecologica nel mondo dell’auto
Un futuro fatto di sole auto elettriche, quindi senza diesel, benzina o ibride entro il 2035? Questa almeno la richiesta avanzata alla commissione Europea, al Parlamento europeo e ai governi dei Paesi membri Ue da ben 27 grandi aziende globali. Fissare un obiettivo di CO2 per i costruttori di veicoli a 0 grammi per chilometro potrebbe inaugurare “una nuova era di mobilità a zero emissioni”, si legge nell’appello lanciato da colossi quali Coca-Cola, Ikea, Sky, Uber, Volvo e le italiane Enel X e Novamont. Un vero e proprio appello che è stato sottoscritto da sei associazioni di automotive, energia, sanità, finanza.
Emergenza Covid-19 spinge l’interesse dei consumatori italiani per l’ibrido-elettrico
Un contesto certamente in evoluzione che ha visto nel 2020 la domanda di veicoli elettrici raggiungere la soglia di oltre il 10% delle auto vendute in Europa. Ma quali sono gli interessi degli italiani su questo fronte? Una risposta in tal senso arriva dalla recente ricerca “Global Automotive Consumer Study 2021” firmata da Deloitte che delinea quali nuovi scenari di mercato potrebbero emergere dal contesto socioeconomico post-pandemia. Dalla ricerca condotta annualmente coinvolgendo oltre 24.000 consumatori distribuiti fra 23 Paesi nel mondo è emerso che l’incertezza economica indotta dall’emergenza sanitaria Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulle abitudini degli italiani in ambito automotive. In particolare, l’interesse per la mobilità sostenibile in Italia resta elevato, ma la maggioranza assoluta (54%) dei consumatori preferisce oggi i modelli ibridi-elettrici (PHEV), mentre cala l’entusiasmo per l’elettrico a batteria (7% rispetto 12% nel 2020) e si torna a registrare – dopo anni di contrazione – un moderato interesse verso i tradizionali modelli a benzina e diesel (31% rispetto al 29% nel 2020).
“L’ibrido emerge come soluzione ideale per avvicinare gradualmente i consumatori alla mobilità elettrica anche in tempi di incertezza, coniugando benefici economici, sensibilità ambientale, maggiore autonomia di guida e facilità di rifornimento, nonché prezzi di listino generalmente più vantaggiosi rispetto ai modelli full-electric” – ha commentato Giorgio Barbieri, automotive sector Leader di Deloitte.
Oltre alla sensibilità ambientale, dominano soprattutto i fattori di carattere economico tra le principali motivazioni indicate dai consumatori italiani per passare all’elettrico. Tra tutti spiccano la prospettiva di risparmiare sui costi di alimentazione del veicolo, ma anche la possibilità di usufruire di incentivi e agevolazioni economiche e minori costi di manutenzione. Ci sono però due elementi che frenano la diffusione dei modelli elettrici in Italia: in primis la mancanza di infrastrutture di ricarica (29%), seguita dalle preoccupazioni per l’autonomia delle batterie (27%). Il ‘fattore prezzo’ rimane un driver di scelta determinante, considerato che l’ampia maggioranza (73%) degli italiani non sarebbe disposta a spendere più di 30mila euro per un veicolo elettrico.