Il futuro della mobilità: avanza la micro-mobilità ‘più sicura e green’, arretra quella condivisa nell’era Covid
L’ecosistema della mobilità cambia i suoi contorni nell’era del Covid-19, registrando nuovi trend. Se da un lato, infatti, cala il ricorso alla mobilità condivisa (come le soluzioni di car sharing), dall’altra avanzano le soluzioni di micro-mobilità che vengono considerate ‘più sicure e sostenibili’. È questa una delle principali tendenze che emerge da una analisi realizzata da Deloitte. Snocciolando qualche numero, in Italia, Germania e Regno Unito 8 cittadini su 10 (il 76% a livello globale) a causa del Covid hanno dichiarato di aver usato meno l’auto dall’inizio della pandemia (Deloitte, ottobre 2020). La mobilità condivisa e gli associati servizi hanno subito una forte contrazione, con il 70% in meno di utilizzo di soluzioni di car sharing e il 98% in meno di immatricolazioni per noleggi a breve termine (Deloitte, marzo 2020).
Nel campo della mobilità, come in molti altri ambiti, lo scoppio del coronavirus ha generato nuove e complesse sfide per le imprese, ma si sono create al tempo stesso nuove opportunità, anche per attori tradizionalmente esclusi da tale settore. Tra questi, Deloitte indica la micro-mobilità, considerata più sicura e sostenibile dai consumatori: ad esempio in Cina a tre mesi dal contagio l’utilizzo del bike sharing è incrementato del 150% (Deloitte, 2020). Secondo il Deloitte Mobility City Index 2020 inoltre, Roma si caratterizza per una visione strategica molto favorevole alla nuova mobilità, come dimostrato dall’apertura di nuove ciclabili (attesi 150 Km nel 2020), dagli incentivi alla micro-mobilità (servizio di condivisione a flusso libero di monopattini elettrici) e dall’ampliamento delle infrastrutture dedicate al trasporto pubblico.
“Soluzioni sicure, ecologiche e sostenibili rappresentano il futuro della mobilità, diretta già prima della crisi verso orizzonti nuovi. Questi processi di cambiamento sono stati accelerati negli ultimi mesi e adesso gli operatori del settore e le istituzioni devono saper intercettare i nuovi bisogni della collettività` per ripensare l’intero ecosistema”, ha dichiarato Andrea Poggi, clients & industries leader di Deloitte Central Mediterranean, rimarcando che “forme di sostenibilità alternative diventano sempre più necessarie a fronte anche della situazione attuale del Covid, che vede un sovraccarico sul trasporto pubblico in un momento delicato”.
Le due direttrici da percorrere, tra pubblico e privato
Secondo Deloitte per rafforzare il posizionamento di tutti gli attori coinvolti nell’ecosistema della mobilità (come automotive, trasporti, new mobility, compagnie assicurative, energetico) e avviare una transazione verso un modello più virtuoso e green, è necessario agire su due direttrici determinanti che vedono protagonisti strategici pubblico e privato:
• da un lato, le istituzioni dovranno ripensare il quadro legislativo, per dare certezza normativa alle nuove forme di mobilità urbana, favorire l’integrazione dei servizi di mobilità pubblica con quelli privati, veicolando gli eventuali stimoli economici del Recovery Fund EU;
• dall’altro, si demanda ai privati il compito di essere il volano dell’innovazione, sviluppando nuovi ed estesi servizi, che si integrino nei contesti urbani, rispettando l’ambiente e i cittadini, in un ecosistema trasversale e sempre più attento alle persone.