Il Gender gap aumenta: Italia indietro rispetto all’Europa, solo il 28% dei manager è donna
C’è ancora molta strada da percorrere per colmare il Gender gap, ovvero la differenza di genere, in Italia, sia sul piano occupazionale che salariale. Lo dicono i numeri raccolti da Pwc Italia e diffusi oggi. In Italia l’occupazione femminile è il 18% in meno rispetto a quella maschile. Non solo. Nel 2020, anno più difficile per il Covid-19, il calo dell’occupazione senza precedenti ha colpito maggiormente le donne: su un totale di 470mila posti di lavoro persi, 275 mila sono di donne ovvero una quota superiore del 58% rispetto agli uomini. Ma anche a livello retributivo la situazione non migliora. Gli uomini infatti percepiscono uno stipendio mediamente più alto dell’8% rispetto alle loro colleghe donne.
L’Italia si colloca attualmente al 14esimo posto nella classifica del Gender Equality Index stilata dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE. In Italia una donna percepisce una retribuzione mediana netta pari a €1.367, ovvero di 110 euro in meno rispetto a un uomo (€1.477).
Guardando ai ruoli ricoperti in azienda, l’Italia insieme a Cipro è il fanale di coda nella classifica europea: solo il 28% dei manager è donna. A livello europeo, comunque, la percentuale di donne in posizioni manageriali non supera il 50% in nessuno degli Stati membri. Complessivamente nel 2019 soltanto un terzo dei manager dell’Unione Europea erano donne.
A livello retributivo il Gender gap, sebbene colpisca tutti i livelli, è molto più penalizzante per le donne in posizioni apicali. I dati INPS confermano che una donna dirigente in Italia percepisce in media 2.300 euro in meno al mese rispetto ad un suo collega di sesso maschile. E le differenze permangono su tutti i livelli, lo stipendio mensile delle donne è inferiore rispetto a quello degli uomini: di 700 euro per le donne a livello di “quadro”, 800 euro per le impiegate, 600 euro per le operaie e 160 euro per le apprendiste.
“Per invertire la tendenza che vede le donne in netto svantaggio sul piano lavorativo rispetto agli uomini, un segnale importante arriva dal PNRR”, sottolinea Alessandra Mingozzi, Partner di PwC Italia. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede circa 40 miliardi di euro volti a sostenere l’occupazione femminile che, stando agli obiettivi del Piano, entro il 2026 dovrebbe aumentare di 4 punti percentuali. Nello specifico l’occupazione femminile dovrebbe salire, sempre entro il 2026, nel Mezzogiorno del +5,5%, mentre quella giovanile del +3,2%.