Il populismo torna a far paura, elezioni Sicilia cruciali per testare avanzata forze anti-euro
Lo spauracchio populismo torna ad attraversare l’Europa. Il ciclone Allianz für Deutschland (AfD), divenuto terzo partito in Germania con la contemporanea discesa dei consensi verso i partiti tradizionali, ha riacceso i riflettori sul rischio politico che si era decisamente assopito dopo le elezioni presidenziali francesi della scorsa primavera.
I prossimi appuntamenti politici – referendum Catalogna, elezioni Austria ed elezioni regionali Sicilia – saranno ora guardati con maggiore apprensione dai mercati. E sullo sfondo ci solo le elezioni politiche italiane della primavera 2018 che saranno il vero test per l’intera Eurozona alla luce della forza in Italia dei partiti anti-euro.
“Con le vicende Catalane, le elezioni italiane in arrivo – sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – la luna di miele Francesi–Macron agli sgoccioli, mi pare di poter dire che il rischio politico torna a fare capolino nell’Eurozona. E tutto ciò nonostante la fase di crescita positiva in atto”.
“Se i populisti continuassero a guadagnare terreno, ad esempio nelle elezioni generali dell’Austria a metà ottobre, i movimenti anti-UE e anti-euro in Italia potrebbero beneficiarne in vista delle elezioni parlamentari”, aggiunge Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel AM.
In particolare l’appuntamento con le elezioni regionali siciliane del 5 novembre appare sempre più importante come proiezione sul possibile futuro esito delle elezioni politiche nazionali. “Nel nostro Paese le forze più o meno dichiaratamente anti-euro mostrano ancora una certa forza relativa – argomenta Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management – perciò l’esito di novembre in vista delle prossime politiche sarà particolarmente interessante per i mercati. I tanto agognati Eurobond non saranno privi di condizioni: sarà prima necessario che i conti pubblici siano in salute e che sia spezzato il legame tra salute delle banche e salute degli Stati, elemento da sempre discriminante per l’Italia”.