Il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci batte tutti i record in asta
L’opera di Leonardo da Vinci rappresenta un Cristo benedicente. Per lungo tempo è stata creduta persa. Ritrovata a inizio millennio è stata battuta in asta da Christie’s per 450 milioni di dollari
Ha 500 anni, ma non li dimostra. Perché tutti la vogliono, o la vorrebbero. È l’opera di Leonardo da Vinci intitolata Salvator Mundi che Christie’s ha messo in asta a New York ieri. Il prezzo di aggiudicazione finale ha battuto ogni record: 450 milioni di dollari, quasi uno per ogni anno di vita del capolavoro. Il tutto concentrato in 19 minuti di fuoco, nei quali la battaglia tra gli astanti si è svolta a colpi di milioni di dollari. Il vincitore dell’asta, ora proprietario dell’ultima opera del Maestro toscano rimasta in mani private (secondo affermazioni di Christie’s) è rimasto anonimo. L’onore di effettuare il rilancio finale in suo nome è andato a un dirigente della casa d’aste, Alex Rotter.
La storia travagliata del Salvator Mundi
Come spesso accade per i lavori di Leonardo da Vinci anche il Salvator Mundi porta con se un’aura di mistero. La stessa attribuzione è dubbia come ha ribadito al New York Times Jacques Franck, storico dell’arte e consulente dell’Armand Hammer Center per gli Studi su Leonardo da Vinci secondo cui l’opera sarebbe stata dipinta, nell’ipotesi migliore, da un assistente di Leonardo. Altri studiosi hanno però attribuito l’opera a Leonardo. Questi dubbi non hanno intaccato la valenza dell’opera, risalente al 1.500 e realizzata per il re Luigi XII di Francia.
Il Salvator Mundi è una rappresentazione del Cristo benedicente, a mezza figura, che tiene nella mano sinistra un Globo terrestre, il simbolo del potere universale. L’opera è realizzata a olio su tavola con dimensioni 65,7×45,7 centimetri, più piccolo quindi de La Gioconda che misura 77×53.
Nel corso della storia l’opera di Leonardo è scomparsa e riapparsa diverse volte. Nelle mani dei re d’Inghilterra per secoli, Carlo I e Carlo II, sparì per 140 anni per riapparire nel 1.900 quando venne acquistato da un privato come opera di Bernardino Luini. Venne poi messo in asta nel 1958 a da Sotheby’s per 60 sterline e si inabissò nuovamente per riapparire nel 2005. In cattive condizioni, venne restaurato e autenticato per la prima volta. Esposto alla National Gallery nel 2011/2012, nel 2013 fu il collezionista russo Dmitry Rybolovlev ad acquistarlo per 127 milioni di dollari, l’ultimo privato a possedere l’opera prima del vincitore dell’asta di ieri.