Il Tria-pensiero nel nuovo libro di Vespa: ‘Non avrei firmato né Fiscal Compact né messo in Costituzione pareggio bilancio’
La manovra del governo M5S-Lega torna protagonista anche oggi. In occasione della riunione dell’Ecofin, nuove dichiarazioni sono arrivate sia da parte della Commissione europea che dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Altre novità che riguardano piuttosto il Tria-pensiero sono arrivate invece direttamente dalle anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa, “Rivoluzione – Uomini e retroscena della Terza Repubblica” che esce domani, mercoledì 7 novembre.
L’agenzia di stampa Askanews ha riportato alcune dichiarazioni che lo stesso Tria ha rilasciato a Vespa, e che fanno chiarezza sul pensiero di quello che viene considerato il guardiano dei conti pubblici (forse l’unico) dell’esecutivo giallo-verde.
Nonostante sia stato visto sempre come ligio al dovere e ai diktat di Bruxelles, Tria ha più di una riserva su come l’Europa è stata impostata e su alcune regole che sono state varate a livello europeo, poi riadattate alla legislazione nazionale.
Alla domanda se avrebbe firmato il trattato di Maastricht, il ministro ha risposto, infatti, con queste parole:
“Non avrei firmato altre cose arrivate dopo”. “Come il Fiscal Compact, che la Gran Bretagna non firmò. Non avrei firmato e messo in Costituzione il pareggio di bilancio. Non sono contrario al principio in sé, ma una norma del genere non ha senso se alla politica monetaria sovranazionale non si affianca una politica fiscale unitaria. Il fallimento dell’Europa sta qui”.
Ancora Tria:
“La politica fiscale è espressione della sovranità politica. O abbiamo una politica fiscale europea affidata a un’autorità politica (e per questo discrezionale) o le cose non funzionano. Io sono disposto a far scendere da un treno in corsa un conducente nazionale per farvi salire uno sovranazionale, ma non farei scendere il conducente nazionale per affidare il treno a un pilota automatico. Questo è il grande nodo irrisolto“.
Tornando alla riunione dell’Ecofin a Bruxelles, tenuta all’indomani di quella dell’Eurogruppo, Tria ha parlato di qualche disaccordo con l’Ue riguardo alla legge di bilancio, ma ha anche ripetuto che il dialogo continua.
“Dobbiamo spiegare alla Commissione, ma non posso anticipare ora la risposta” che il governo M5S-Lega fornirà entro la scadenza stabilita al 13 novembre, ha detto ai giornalisti. Il ministro ha poi lasciato la riunione prima della sua fine, evitando però stavolta le domande della stampa.
Un nuovo monito è arrivato dal commissario Ue Pierre Moscovici, che ha auspicato l’arrivo di una “risposta precisa” dall’Italia entro la scadenza del 13 novembre, ma che ha allo stesso tempo sottolineato che il 13 novembre non sarà la fine del mondo.
Detto questo, il numero due della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che, se la manovra non cambierà, l’Ue dovrà considerare l’idea di lanciare una procedura di infrazione per deficit eccessivo.