Imposta di soggiorno: gettito crescerà nel 2019 grazie a piattaforme di home sharing, turismo e sblocco aliquote
Nel corso del 2018 il gettito totale derivante dall’imposta di soggiorno si è attestato a circa 550 milioni di euro, in aumento del 25% rispetto al 2017 e, assicura CRIF Ratings, continuerà a crescere anche nel 2019 grazie agli accordi con le piattaforme di home sharing, i maggiori flussi turistici e lo sblocco delle aliquote. I Comuni italiani non navigano in acque tranquille tanto che secondo la Cgia di Mestre a fine 2018 le grandi amministrazioni comunali del paese hanno un debito di 3,6 miliardi di euro nei confronti dei fornitori.
Imposta di soggiorno: cos’è e a cosa serve
Una mano a rimpinzare le casse erariali può arrivare dall’imposta di soggiorno, un contributo fisso, il cui costo varia da città a città, che gli albergatori richiedono a turisti e viaggiatori ospitati nelle strutture. Istituita nel 2012 (2011 per Roma Capitale), l’imposta di soggiorno rappresenta sempre più un’importante fonte di gettito tributario per le casse comunali e in generale il peso percentuale sulle entrate correnti (somma tra entrate tributarie, extra tributarie e trasferimenti correnti) si è incrementato passando dal 2% in media nel periodo 2013-2014 al 2,8% nell’ultimo biennio (2017-2018).
CRIF Ratings: nel 2019 gli incassi sono destinati a crescere
Dall’analisi sui bilanci dei Comuni italiani elaborata da CRIF Ratings emerge che nel corso del 2018 il gettito totale derivante dall’imposta di soggiorno è cresciuto del 25% rispetto al 2017 e questo grazie ai flussi turistici e al numero di arrivi (clienti ospitati negli esercizi ricettivi), in costante crescita a livello nazionale. “Nel 2019 il gettito dell’imposta è destinato a crescere ulteriormente fino a superare i 600 milioni di euro”, afferma Marco Bonsanto, Associate Director presso CRIF Ratings secondo cui quest’anno “contribuiranno al gettito per l’intero anno gli accordi con le piattaforme di home sharing, dato che città quali Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli ne hanno beneficiato solo in maniera parziale nel 2018, avendo concluso gli accordi in corso d’anno”. A livello regionale quasi il 70% delle risorse confluiscono in quattro regioni (Lazio: 28%; Veneto: 14%; Lombardia: 13%; Toscana: 12%), ma recentemente hanno visto incrementare il valore assoluto riscosso dell’imposta di soggiorno di più del 50% nel corso del 2018 Regioni quali l’Emilia-Romagna, la Liguria, l’Abruzzo e la Sardegna di incrementare. A livello di singoli comuni invece, il 55% delle risorse viene riscosso tra Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli e il beneficio aggiuntivo sui bilanci dei suddetti comuni è stato di 50 milioni di euro nel 2018.
Indubbiamente i benefici per i piccoli comuni (popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) sono stati notevoli, con aumenti del gettito del 40% in media negli ultimi 5 anni dice l’analisi di CRIF Ratings ma non è tutto oro quello che luccica. “Per contro, l’esposizione verso l’imposta e il peso relativo rispetto alle entrate correnti pone una forte dipendenza rispetto ai cicli turistici. Per i comuni di minori dimensioni infatti l’imposta vale in media il 10% delle entrate correnti nel biennio 2017-2018”, conclude Bonsanto.