Imprese: il futuro è la digitalizzazione, il 38% prevede di introdurre lo smartworking
La digitalizzazione è la chiave di volta per far crescere la produttività in Italia, ancora al palo non solo nei confronti della Germania o della Francia, ma anche di paesi come la Spagna. Così pensa l’80,77 per cento dei direttori risorse umane di aziende medio-grandi italiane intervistati nella ricerca The future of HR in the digital era, realizzata da Business International in collaborazione con Osservatorio Imprese Lavoro INAZ.
La maggioranza degli intervistati mette la digitalizzazione fra le priorità dell’azienda, insieme a esigenze pragmatiche come incremento della produttività e riduzione dei costi (indicati fra le tre opzioni possibili rispettivamente dal 65,38% e dal 57,69% degli intervistati). “Se è vero che scontiamo ancora uno scarto importante rispetto all’Europa, è anche vero che le imprese manifestano una forte voglia di guardare al futuro – commenta Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz . È il digitale infatti a rendere possibili tutte le iniziative sulle quali oggi ci si concentra in ambito HR per lavorare meglio, in modo più produttivo e con modalità di organizzazione che rispondono alle sfide di oggi”. Qualche esempio? Smartworking (il 38% degli intervistati prevede di introdurre in azienda), lo sviluppo del welfare aziendale, nuove modalità di performance management e misurazione dei risultati, ma anche formazione continua, employee retention e talent acquisition. «Si tratta di uno scenario che INAZ, come player di mercato e fornitore di servizi, conosce molto bene – conclude Linda Gilli –. Le imprese sono chiamate a costruire una realtà dove il tempo viene impiegato meglio, si lavora meglio e si sta meglio. Si tratta del punto finale di un percorso dove il digitale è un fattore abilitante, ma al centro c’è il fattore umano. Per questo la funzione HR assume un ruolo chiave nella progettazione dello sviluppo armonioso di imprese e organizzazioni».