Imu e Tasi: ultimo giorno per versare il saldo, Roma e Milano le città più care
Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale dovranno presentarsi oggi alla “cassa”, per versare il saldo dell’Imu e Tasi relativo all’anno 2018, che scade proprio il 17 dicembre (visto che ieri era domenica). Il pagamento rimpinguerà le casse dei Comuni e dello Stato di 10,2 miliardi di euro, secondo i calcoli di Confedilizia.
Quanto costa?
Il costo medio complessivo dell’Imu e Tasi su una seconda casa in un capoluogo di provincia si aggira, secondo il rapporto elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della UIL, intorno ai 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2mila euro nelle grandi città. Se si prendono, invece, in considerazione i costi dell’Imu e Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli) sempre in un capoluogo di provincia, il costo medio sale a 2.610 euro (1.305 euro con il saldo) con punte di oltre 6mila euro.
Infine, chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l’Imu e Tasi con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con il saldo) con punte di 110 euro annui.
Roma e Milano le città più care
Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi. Segue Milano, dove si pagano 2.040 euro medi, e poi Bologna con 2.038 euro. I valori più contenuti, invece, si trovano ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro e a Catanzaro con 659 euro.
I calcoli su quanto versare
A differenza dell’acconto che si è pagato a giugno, il saldo va eseguito sulla base delle aliquote e delle detrazioni stabilite dal Comune di riferimento, quello cioè dove è sito l‘immobile, per l’anno 2018. Stante il blocco delle aliquote anche per l’anno in corso le stesse non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi. In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione e, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno.
Se per un qualsiasi motivo, non si riuscisse a provvedere al versamento entro il 17 (oppure se lo si effettuasse pagando meno del dovuto), la sanzione irrogata è pari al 30% della somma non versata. La sanzione si riduce al 15% in caso di pagamento effettuato entro i 90 giorni.