Imu, Tari e acqua: evasione per 7,6 miliardi, ma dal 2020 arriva l’atto unico di accertamento
Ammonta a complessivi 7,6 miliardi di euro l’anno l’evasione degli italiani legata a Imu-Tasi, Tari e mancato pagamento delle bollette dell’acqua. A pagare il conto sono i Comuni e le società che si occupano della gestione dei rifiuti urbani e/o erogano il servizio idrico, spesso controllate dalle stesse Amministrazioni comunali dove operano. L’Ufficio studi della CGIA che ha stimato l’evasione e le morosità degli italiani dopo aver elaborato gli ultimi dati disponibili del Ministero degli Interni (per Imu-Tasi), Laboratorio REF Ricerche, CRIF Ratings (per la Tari) e Utilitatis (per l’acqua). “Se una gran parte di questi mancati pagamenti fosse recuperato, molto probabilmente ci sarebbe la possibilità di abbassare le tasse locali e le tariffe dell’acqua a tutti. Soprattutto nel Mezzogiorno che presenta un’incidenza sul mancato pagamento totale pari al 40 per cento: 10,5 punti in più della media registrata al Centro e 11 in più rispetto a quella del Nord”, rimarca il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo.
Dal 2020 arriva la riforma della riscossione
Con la legge di bilancio 2020 le cose potrebbero cambiare. La manovra prevede la “Riforma della riscossione degli enti locali” che consentirà alle amministrazioni locali di recuperare i mancati pagamenti senza attendere i tempi di iscrizione a ruolo del debito o di predisposizione dell’ingiunzione. “In buona sostanza – afferma il ricercatore dell’Ufficio studi Andrea Vavolo – dal 1 gennaio 2020 ai Sindaci servirà un solo atto, anziché due, ovvero l’accertamento e l’ingiunzione, per arrivare alla soluzione estrema: l’esecuzione forzata”.
L’atto unico di accertamento, al pari di quanto già oggi vale per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a livello di tributi erariali, contiene in sé tutti gli elementi di titolo idoneo anche al pignoramento del conto corrente o del quinto dello stipendio.
Calabria e Campania le più propense a evadere l’IMU
Secondo i dati del Ministero dell’Interno riferiti al 2016, a fronte di 22,1 miliardi di gettito complessivo, la stima dell’evasione Imu-Tasi ammonta a 5,1 miliardi di euro, di cui 1,87 miliardi sono ascrivibili ai proprietari degli immobili delle regioni del Nord, 1,81 miliardi a quelli del Sud e 1,4 miliardi a quelli del Centro. Per quanto riguarda la propensione all’evasione (o propensione al tax gap) spicca il dato della Calabria pari al 43,2 per cento, quello della Campania attestatosi al 38,5 per cento e quello della Sicilia al 36,6 per cento. Le regioni più virtuose, invece, sono il Piemonte (tax gap al 21,7 per cento), la Lombardia (20,6 per cento).
Lazio maglia nera sui rifiuti
Per quanto concerne la stima dell’evasione della Tari, secondo le stime emerse dai dati del Laboratorio REF ricerche e CRIF Ratings, su 9 miliardi di gettito complessivo registrato nel 2018, il mancato incasso a livello nazionale è stato di 2,1 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo in capo ai cittadini/imprese del Sud, 817 milioni a quelli del Centro e 286 milioni di euro a quelli del Nord. A livello regionale svetta la mancata riscossione per abitante del Lazio pari a 121,8 euro. Seguono la Sicilia con 77,2 euro per abitante, la Campania con 63,2 euro e la Calabria con 45,3 euro. Diversamente, si segnalano i risultati ottenuti in Lombardia e Veneto, dove l’evasione per abitante è rispettivamente di 5,6 e di 5 euro. Pressoché nullo il mancato pagamento registrato in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta.