In attesa del Bce Day, Gentiloni: ‘no a misure restrittive troppo presto’. E su debito Italia: ‘tenerlo d’occhio’
Il commissario Ue agli Affari economici e monetari, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, lancia un avvertimento alla Bce: no a misure restrittive di politica monetaria “troppo presto, sarebbe un grande errore”. Gentiloni lo dice chiaro e tondo nel corso di una intervista rilasciata a Bloomberg TV, in occasione del suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, evento giunto alla sua 47esima edizione e tenutosi nei giorni 3-4-5 settembre.
Le parole del commissario anticipano il Bce Day di questa settimana, in calendario giovedì 9 settembre con la riunione del Consiglio direttivo.
La riunione è particolarmente attesa in quanto il recente balzo dell’inflazione nell’area euro ha portato alcuni economisti a paventare l’annuncio di un tapering di Francoforte entro la fine dell’anno.
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“Ovviamente, l’inflazione è molto influenzata dai prezzi dei beni energetici ed alimentari in questo momento”, ha sottolineato Gentiloni, nel colloquio con Bloomberg TV” ma “l’inflazione core rimane molto bassa. Direi che stiamo monitorando e dovremmo continuare a monitorare (l’inflazione) in modo molto accurato, ma senza giungere troppo presto a conclusioni. Credo che sarebbe un grande errore, ora, (optare per una stretta monetaria), in quanto il consensus mainstream ritiene che l’inflazione sia tuttora un fenomeno temporaneo, e parlo di consensus mainstream sia in Ue che in America”.
Alla domanda se il riferimento sia ai tassi di interesse, l’ex premier italiano ha risposto in modo affermativo: “Sì, assolutamente: dovremmo evitare in ogni caso quegli errori che sono stati commessi nelle precedenti crisi, nella crisi finanziaria, di tornare troppo presto alla normalità. Abbiamo bisogno di garantire una politica fiscale di sostegno: ovviamente, saranno le autorità monetarie a prendere le loro decisioni. Ma si tratta di politiche monetarie accomodanti e credo che in questo momento sia importante che rimangano tali”.
Sul fronte occupazione nell’Ue, “ovviamente, l’occupazione porta con sé le cicatrici della pandemia. Quello che è impressionante tuttavia, a mio avviso, non è tanto il numero totale della crescita della disoccupazione, perchè se si guarda a questa, si può dire che dopotutto non è stata così grande come si temeva. E questo dimostra anche che la nostra reazione politica è stata utile nell’assicurare che fosse più bassa. Ma se guardiamo ad alcuni settori, ai giovani e alle donne, per esempio all’occupazione in Italia ma anche in altri paesi, qui le cicatrici sono più profonde”.
Riguardo alla spesa pubblica più alta in Italia, (ma non solo) Gentiloni ha ricordato che tutto sia avvenuto durante la crisi della pandemia Covid-19 in linea con quanto deciso a Bruxelles e a Francoforte, facendo riferimento “alla sospensione del Patto di Stabilità da parte nostra e alle misure prese dalla Bce”.
“Siamo stati noi – ha precisato il Commissario -a incoraggiare che queste misure di sostegno fossero lanciate. Ovviamente più ci addentriamo nel periodo successivo alla crisi, più dovremo fare interventi più selettivi.
Gentiloni ha però avvertito che “dovremmo evitare una spesa pubblica permanente che portasse il peso del debito sulle generazioni future. Abbiamo chiamato questo piano Next Generation EU , pertanto la prossima generazione non dovrebbe essere costretta troppo a dover gestire il debito”.
Il discorso del debito, in particolar modo italiano, è stato ripreso dal commissario Usa anche in un’altra occasione, a Cernobbio, nella cornice di Villa d’Este,
“L’Italia ha un debito molto alto. Tutti i Paesi europei dell’Eurozona hanno adesso in media un debito del 100%. E qui i messaggi sono chiaramente due. Il primo è che bisogna tenerlo d’occhio questo debito”. Dunque, “bisogna evitare di aggiungere spese permanenti che rendano il peso del debito sempre maggiore e che alla fine si scaricano sulle prossime generazioni”. Anche qui il chiarimento sul Next Generationm EU:
“Noi chiamiamo il nostro programma Next Generation Eu, ma se alla next generation lasciamo un debito troppo consistente non credo che facciamo la cosa giusta. Dall’altra parte è chiaro che il Covid cambia un po’ il contesto e quindi rende necessario anche un aggiornamento delle regole del patto di stabilità”.
Gentiloni ha sottolineato che “il nuovo patto sulla stabilità fiscale della Ue deve rispondere a due problemi: evitare il calo di investimenti privati, incoraggiare gli investimenti pubblici e modificare il tetto del debito fissato al 60% dal trattato di Maastricht in modo più realistico”.