Finanza Notizie Italia In Italia più pensioni che stipendi, la crisi Covid fa tremare sistema previdenziale

In Italia più pensioni che stipendi, la crisi Covid fa tremare sistema previdenziale

13 Luglio 2020 09:59

Il sistema pensionistico italiano traballare di fronte alla crisi innescata dal Covid. Negli ultimi mesi il numero delle pensioni erogate ha superato quello degli stipendi degli occupati. Un disequilibrio che potrebbe peggiorare nel corso dell’anno, in vista della recessione economica, che si andrebbe ad aggiungere al trend di fondo di un costante invecchiamento della popolazione.

L’allarme viene lanciato dall’ufficio studi della CGIA, guardando agi ultimi dati disponibili. Se a maggio coloro che avevano un impiego lavorativo sono diminuiti a 22,77 milioni di unità, gli assegni pensionistici erogati sono superiori. Al 1° gennaio 2019, infatti, la totalità delle pensioni erogate in Italia ammontava a 22,78 milioni. Se si tiene conto del normale flusso in uscita dal mercato del lavoro da parte di chi ha raggiunto il limite di età e dell’impulso dato dall’introduzione di Quota 100, successivamente all’1 gennaio dell’anno scorso il numero complessivo delle pensioni è aumentato almeno di 220 mila unità. “Pertanto, possiamo affermare con una elevata dose di sicurezza che gli assegni stanziati alle persone in quiescenza sono attualmente superiori al numero di occupati presenti nel paese”, afferma la CGIA.

Il sorpasso è avvenuto in questi ultimi mesi. Dopo l’esplosione del Covid, infatti, è seguito un calo dei lavoratori attivi. Con più pensioni che impiegati, operai e autonomi, in futuro non sarà facile garantire la sostenibilità della spesa previdenziale che attualmente supera i 293 miliardi di euro all’anno, pari al 16,6% del Pil. Sebbene gli effetti della crisi dovuta al Covid avranno un impatto molto negativo dal punto di vista occupazionale, è evidente che il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sarà un altro grosso problema con il quale fare i conti.

 

Al Sud tutte le regioni presentano un saldo negativo
Sebbene gli ultimi dati disponibili a livello territoriale non siano recentissimi, tutte le otto regioni del Sud presentano un numero di pensioni superiore a quello degli occupati. Tra le province meridionali solo tre (Teramo, Ragusa e Cagliari) registrano un saldo positivo, ovvero più lavoratori attivi che pensioni erogate.

Al Nord, invece, l’unica regione in “difficoltà” è la Liguria, che ha tutte le quattro province con il saldo negativo e il Friuli Venezia Giulia che ha un saldo pari a zero. Al Centro, invece, male anche l’Umbria e le Marche.

Ovviamente, le situazioni più problematiche si registrano nelle aree dove l’età media è più avanzata. A livello regionale quella più elevata si trova in Liguria, seguita dal Friuli Venezia Giulia. A livello provinciale, invece, la realtà più “vecchia” d’Italia è Savona e la più giovane è Bolzano.

Il rischio dell’invecchiamento della popolazione
La questione dell’invecchiamento della popolazione non è un problema solo italiano. Riguarda, purtroppo, la stragrande maggioranza dei paesi più avanzati economicamente. Giappone e Germania, ad esempio, presentano degli indicatori demografici molto simili ai nostri. Il problema è stato messo all’ordine del giorno addirittura nel G20 tenutosi ad Osaka l’anno scorso che l’ha definito, per la prima volta nella storia, un rischio globale.

Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è rilevante non solo per le conseguenze sociali ma anche per quelle economiche in termini di spesa sanitaria e di sostenibilità del sistema pensionistico. In particolare, i consumi degli over 60 sono mediamente più alti rispetto a quelli degli under 30 nel comparto dell’alimentazione, della casa e della salute. Ma in tutti gli altri settori, il divario è ad appannaggio delle classi demografiche più giovani che, però, anche in Italia si stanno contraendo paurosamente.