Finanza Notizie Italia Incognita governo, Salvini: non lascerò Berlusconi. Ipotesi M5S-Pd? Zero possibilità

Incognita governo, Salvini: non lascerò Berlusconi. Ipotesi M5S-Pd? Zero possibilità

27 Aprile 2018 12:54

Il leader della Lega Matteo Salvini nega indiscrezioni su un eventuale ripensamento verso Forza Italia e conferma la sua fedeltà all’ex premier Silvio Berlusconi. L’Italia si appresta nel frattempo a chiudere l’ennesima settimana senza un governo, in attesa della riunione della direzione del PD del prossimo 3 maggio. In quell’occasione, si capirà se l’asse con il M5S si confermerà un miraggio o l’inizio di una collaborazione per formare un esecutivo.

Nell’arena politica, i toni rimangono velenosi, soprattutto dopo il nulla di fatto tra il centrodestra e il M5S. 

Salvini va all’attacco e non risparmia più di un affondo contro l’ipotesi di un governo M5S-PD. Parlando dal Friuli, dove è in campagna elettorale per le regionali, il leader della Lega smentisce i rumor riportati dalla stampa:

“I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra”.

E precisa: “Non mi sento assolutamente minacciato dalle Tv di Berlusconi”, aggiungendo di non credere che in Italia ci siano rischi di questo tipo. La precisazione è successiva a quanto aveva detto ieri Luigi Di Maio, che aveva nuovamente attaccato Berlusconi, invitando a “mettere mano a questo continuo conflitto di interesse che c’è in Italia”.  In particolare, aveva aggiunto, “penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini”.

Niente di tutto questo, per il leader della Lega, che ha spiegato la sua posizione:

“Lasciare Berlusconi non è l’unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi”. E “se Mattarella regala agli italiani una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana”, che “così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano”.

In ogni caso Salvini non crede a una possibile intesa tra il M5S e il Partito democratico, e lo dice chiaro e tondo:

Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani”. E se “fossi un elettore dei Cinquestelle avrei o problemi o vergogna: però ognuno fa le proprie scelte”.

TENSIONE NEL PARTITO DEMOCRATICO

Intanto, dentro al PD, l’aria che si respira non è delle migliori. Il partito è – per l’ennesima volta – spaccato in due. Da una parte i possibilisti che aprono al M5S, dall’altra i renziani, che non vogliono sentir parlare di una possibile alleanza.

Così Francesco Boccia, deputato del Pd, intervistato da Radio Cusano Campus.

“È un nostro dovere fare ulteriori passi in avanti” (riferendosi al dialogo con il M5S). All’inizio la posizione del gruppo dirigente del Pd era ancorata ad un inspiegabile non vedo, non sento, non parlo, che mi ricordava le tre scimmiette. Ma non si fa politica rifiutando di ascoltare le intenzioni degli altri. La campagna elettorale è finita, anche se la Lega di Salvini è in campagna elettorale permanente, il Movimento Cinque Stelle è il primo partito del Paese, ha preso il 32% dei voti. si tratta di capire se siamo in grado in maniera responsabile di accendere i motori della legislatura, perché l’alternativa sarebbe un ritorno al voto che reputerei sconsiderato”.

Più netta la posizione del leader della minoranza democratica Andrea Orlando, che mette già in conto il ritorno alle urne.

Intervistato da Radio Capital, Orlando afferma che “se si riesce a fare qualcosa di buono” con il M5S allora sarà “un’opportunità politica” e che “se ci sono le condizioni per una convergenza si apre uno scenario positivo per il Pd e per il paese”. Ma “se, come per molti, non ci sono queste condizioni, non si può fare un governo a dispetto delle distanze che esistono, né un governo purchè sia un governo se mancano i presupposti programmatici”.

No all’accordo da Alessia Morani, deputato Pd, in una intervista a Tiscalinews:

“Il mio è un no evidente all’accordo perché, al di là delle offese personali che passano in secondo piano rispetto alla politica che si deve occupare dell’interesse collettivo, siamo totalmente diversi sui contenuti e sulle politiche”

Nel commentare le dichiarazioni di ieri del presidente della Camera Roberto Fico, Morani si è così espressa:

“Con il massimo rispetto, dico che ha attribuito agli incontri e alle parole di questi giorni un significato che non esiste. Fico si è spinto oltre la realtà oggettiva dei fatti“. E’ vero, continua, che “il Pd ha avviato un percorso di riflessione democratico per decidere se aprire il tavolo”. Ma “ancora non sappiamo se sarà aperto”. E “mi pare una differenza sostanziale. Colpisce che non sia stata colta. O sottovalutata”. 

Morani tiene a precisare anche di essere certa che “i due, Salvini e Di Maio, continuino a parlarsi in nome di un progetto di governo. Non possiamo dimenticare come si siano spartiti in cinque minuti tutti gli incarichi di peso di Camera e Senato”.