Industria italiana lontana dai livelli pre-Covid. Tracollo dei consumi delle famiglie
Torna a crescere la produzione industriale italiana e a gennaio 2021, secondo le stime Istat, si registra un incremento congiunturale dell’1% della produzione industriale che consolida la lieve crescita del mese precedente. L’indice destagionalizzato mensile – sottolinea l’Istituto di statistica – mostra aumenti congiunturali sostenuti per i beni strumentali (+1,4%) e per quelli di consumo (+1,2%), più contenuto per i beni intermedi (+0,4%); viceversa, si registra una diminuzione nel comparto dell’energia (-0,8%).
Ma nella media degli ultimi tre mesi, la dinamica congiunturale complessiva rimane negativa segnano una flessione dell’1,7%. n termini tendenziali, la variazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario resta negativa.
Le reazioni delle associazioni dei consumatori
“L’industria italiana resta ancora lontana dai livelli pre-Covid, e si conferma anche a gennaio il tracollo dei consumi da parte delle famiglie che trascina con se l’intero comparto industriale – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Il nuovo Governo deve intervenire con urgenza per sostenere proprio i consumi, che rappresentano il motore dell’industria, rilanciando la domanda e sostenendo i redditi degli italiani devastati dall’emergenza sanitaria”.
“Dati negativi. Il lieve rialzo su dicembre è decisamente insufficiente, come dimostra il calo su base annua del 2,4%. Il recupero previsto per il 2021, insomma, è ancora un miraggio e l’Italia resta nel tunnel della crisi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non solo, infatti, la produzione di gennaio è ancora inferiore dell’1,9% rispetto a febbraio 2020 (dati destagionalizzati), ultimo mese pre-lockdown, ma è addirittura inferiore del 3,8% rispetto al rimbalzo di agosto” prosegue Dona.”Uno spiraglio di luce, invece, si vece per i beni intermedi, sempre in territorio positivo e per i beni di consumo durevoli che segnano un +6,3% nel confronto con febbraio, anche se sono nettamente inferiori rispetto ad agosto, -5,8 per cento” conclude Dona.
La pandemia Covid non accenna a diminuire e si riflette pesantemente sull’economia. Secondo quanto emerge dal Dossier “Le imprese nella pandemia: marzo 2020 – marzo 2021”, predisposto da Confesercenti, la spesa delle famiglie è tornata a livelli del 1997. Dal primo lockdown alla seconda ondata, dodici mesi di convivenza forzata con il virus sono costati all’Italia una riduzione di -183 miliardi di euro del Pil e di -137 miliardi per i consumi – di cui 36 da addebitare all’assenza di turisti; abbastanza da riportare la spesa ai livelli del 1997, un passo indietro di 24 anni. Una catastrofe che ha già ‘licenziato’ 262mila lavoratori autonomi e che non è ancora terminata: se non arriveranno sostegni adeguati, nel 2021 rischiano di cessare l’attività 450mila imprese, per una perdita di circa 2 milioni di posti di lavoro. “Ormai da un anno, la crisi pandemica condiziona la nostra vita ed il nostro lavoro. Con questo nostro ‘dossier’ vogliamo raccontare – attraverso i numeri – quello che è accaduto al nostro mondo in questi dodici mesi”, spiega Confesercenti. “Il governo si appresta a varare il Dl Sostegni. Un decreto atteso con ansia dalle imprese, e che deve essere l’occasione per superare le criticità riscontrate nei precedenti ‘ristori’. La bozza attualmente circolante però, se confermata, rappresenterebbe un’ulteriore beffa per molte imprese. Sebbene sia positivo il superamento del codice Ateco come criterio di selezione delle imprese, troviamo inaccettabile il colpo di spugna sulle perdite subite dalle imprese nel 2020 e mai ristorate. Chiediamo che si corregga la linea: ci sono migliaia di imprese in attesa”.