Inflazione ancora in frenata, a gennaio scivola sotto l’1%. Un bene o un male?
Il 2019 si apre con un’inflazione in calo, accentuando i segnali di debolezza che avevano caratterizzato l’ultima parte del 2018, scendendo sotto il punto percentuale. Secondo le stime preliminari diffuse oggi dall’Istat, a gennaio l’inflazione si è attestata allo 0,9% su base annua, dall’1,1% di dicembre. Il rallentamento è dovuto soprattutto alla flessione dei prezzi dei carburanti. L’inflazione acquisita per il 2019, ossia quella che si avrebbe ipotizzando che l’indice stesso rimanga al medesimo livello dell’ultimo dato mensile disponibile nella restante parte dell’anno è pari allo 0,1%.
Guardando nel dettaglio i dati Istat, è emerso che i prezzi dei beni energetici sono scesi sia nella componente regolamentata (da +10,7% di dicembre a +6,9%) sia in quella non regolamentata (da +2,6% a +0,3%); tale dinamica è stata in parte mitigata dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, che passano da +0,6% a +2,3%, e in misura minore dei Beni alimentari non lavorati (da +1,3% a +1,8%). L’inflazione di fondo, vale a dire esclusi gli energetici e gli alimentari freschi, è scesa così da +0,6% a +0,5%.
Calo dell’inflazione un bene o un male?
La frenata dei prezzi al consumo porta l’aggravio di spesa per la famiglia-tipo a quota +277 euro su base annua, in sensibile riduzione rispetto la media del 2018. Tuttavia la diminuzione dell’inflazione è un segnale preoccupante: “i prezzi al dettaglio risentono dei consumi da parte delle famiglie, ancora lontani dalla ripartenza”, spiega il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, seocndo cui è chiara la fase di stallo dei consumi che si registra in Italia e la situazione di crisi del commercio. “E’ di tutta evidenza come i saldi di fine stagione, scattati proprio a gennaio, non abbiano risollevato le sorti del commercio, settore che continua a patire un grave calo delle vendite”, conclude Codacons.