Inflazione in frenata, Basilicata è la regione dove costa meno fare la spesa. Ecco la mappa
Inflazione in frenata sul finire del 2018. Secondo i dati definitivi dell’Istat, il tasso di inflazione si è attestato a dicembre all’1,1% su base annua, in calo rispetto all’1,6% del mese precedente. Il rallentamento, spiega l’istituto di statistica, conferma un quadro di oscillazioni dell’inflazione largamente condizionato dall’andamento dei prezzi dei beni energetici.
Calo del petrolio ha avuto effetti benefici sulle tasche dei consumatori
Sono infatti gli energetici non regolamentati (vale a dire combustibili per l’abitazione e carburanti) a spiegare per lo più la frenata della crescita dei prezzi al consumo, con l’andamento al ribasso del petrolio degli ultimi mesi del 2018. Tuttavia è proprio il comparto dei trasporti quello che registra, dopo alcol e tabacchi, la crescita maggiore nel 2018 pari ad una media annua del +2,7%, e impatti sui bilanci familiari fino a +143 euro annui per un nucleo con due figli.
La classifica delle regioni in termini di costo della vita
I dati dell’Istat mostrano una enorme differenza a livello territoriale sul fronte dell’inflazione. Secondo la classifica stilata dall’Unione Nazionale Consumatori in termini di aumento del costo della vita, la regione più cara in termini di spesa aggiuntiva, è il Trentino Alto Adige dove l’inflazione media dell’1,6% determina, per una famiglia tipo, una stangata pari a 453 euro su base annua. Segue l’Emilia Romagna, dove l’incremento dei prezzi pari all’1,4% implica una spesa annua supplementare di 381 euro. Terza la Lombardia, dove l’inflazione dell’1,3% genera rincari pari a 371 euro. La Basilicata si conferma invece la regione meno cara, con un’inflazione dello 0,4% che si traduce in un aumento di 81 euro.