Investire sull’economia circolare: i quattro settori da tenere d’occhio
La pandemia ha rischiato di frenare lo slancio mondiale a favore della sostenibilità. Tuttavia, l’Economia circolare è tornata al centro della scena e oggi sono soprattutto quattro i settori che potrebbero offrire opportunità di crescita agli investitori. Ad individuarli BlackRock, nel suo ultimo report.
I quattro settori da tenere d’occhio
In primis la plastica che da problema diventa un’opportunità. La pandemia conferma che l’eliminazione della plastica non è una soluzione al modello di consumi “prendi-produci-getta”. L’Economia circolare può portare a un utilizzo innovativo della plastica per ridurre gli sprechi. Sostituire la plastica riciclabile con plastica compostabile, ad esempio, riduce la probabilità che la plastica riciclabile finisca nelle discariche o nei mari. Alcune delle principali aziende produttrici di beni di consumo in Europa stanno guidando questa transizione, sostituendo gli imballaggi di
alimentari con alternative bioplastiche, come l’acido polilattico.
In secondo luogo, le aziende tecnologiche che hanno un ruolo fondamentale, sia come adottatori dei principi di circolarità sia in quanto acceleratori dei comportamenti dei loro clienti. “Crediamo che questo tema diventerà ancora più importante, soprattutto per il settore dell’elettronica, che ha urgente necessità di sviluppare soluzioni sostenibili per gestire i costi dello smaltimento delle attrezzature” dice BlackRock secondo cui i programmi cosiddetti “As New”, come quelli sviluppati dai produttori globali di semiconduttori, prevedono la rilavorazione dei componenti usati, che vengono riqualificati secondo gli stessi standard dei prodotti nuovi.
Altro settore da tenere d’occhio quello delle apparecchiature mediche che è in prima linea su questo fronte, avendo adottato le prassi dei settori delle attrezzature e dell’elettronica. “Crediamo che la crescente adozione dei programmi di leasing e di restituzione o ritiro e i modelli di business “as a service” sia positiva per assicurare un incremento dei tassi di riutilizzo e riciclo” sotengono da BlacRock.
Infine il fast fashion. L’industria mondiale dell’abbigliamento ha vissuto una vera e propria rivoluzione negli ultimi 20-30 anni grazie alla globalizzazione, alla delocalizzazione delle filiere tessili e alla democratizzazione della moda. Ma i capi più convenienti e accessibili hanno significato anche un’esplosione dei consumi pro capite e i conseguenti problemi di smaltimento. “Crediamo che il settore dell’abbigliamento sia oggi l’osservato speciale dei consumatori, come già era successo negli ultimi anni ai produttori di imballaggi per alimentari e bevande. Questo dovrebbe accelerare la transizione del settore verso prassi più circolari” concludono.