Istat: brusca frenata della produzione a luglio. Codacons: con chiusura domenicale dati destinati a peggiorare
Decisa frenata per la produzione industriale italiana a luglio. Il dato ha mostrato una flessione mensile dell’1,8% (rispetto a giugno 2018) e un calo dell’1,7% rispetto a luglio 2017 (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di luglio 2017). “Brusca discesa a luglio per la produzione industriale che mostra una diminuzione anche su base trimestrale”, commenta l’Istat sottolineando che “in termini tendenziali, la variazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario diviene negativa per la prima volta da giugno 2016“. Solo per i beni strumentali si registra una certa tenuta dei livelli produttivi. È inoltre l’unico raggruppamento di industrie a mantenere una moderata crescita tendenziale a luglio.
In particolare, l’indice destagionalizzato mensile mette in evidenza una diminuzione congiunturale in tutti i comparti: variazioni negative per i beni strumentali (-2,2%), quelli di consumo (-1,7%) e quelli intermedi (-1,2%); in misura più contenuta diminuisce l’energia (-0,8%). I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono l’attività estrattiva (+2,8%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+1,3%). Di contro, quelli che registrano le maggiori flessioni sono nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,4%), nella industria del legno, della carta e stampa (-5,8%), nella metallurgia e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (-2,8%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,8%)
I commenti
“Di male in peggio! Il Paese arretra! Dopo un po’ di sali e scendi, si riprecipita in territorio negativo”. Così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), dopo la pubblicazione dei dati Istat sulla produzione industriale. In particolare, Dona segnala il “preoccupante il crollo dei beni di consumo. Un chiaro indicatore della difficoltà delle famiglie ad arrivare alla fine del mese”. “Se poi confrontiamo i dati di oggi con quelli pre-crisi del luglio 2007, la produzione industriale è inferiore del 18,4% ed i beni di consumo durevoli hanno addirittura una voragine record da colmare, un gap del 34,8 per cento. E’ chiaro che se, invece di migliorare, i dati peggiorano, diventa impossibile uscire dal tunnel della crisi”, conclude Dona.
Dati senza dubbio negativi anche il Codacons, secondo il quale risentono della forte contrazione delle vendite registrata in Italia negli ultimi mesi. “I numeri sulla produzione di luglio sono in calo in tutti i settori sia su base mensile che su base annua, e la riduzione investe anche i beni di consumo che scendono dell’1,7% su giugno e dell’1,9% su anno – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Numeri che vanno di pari passo al forte calo delle vendite registrato dall’Istat (-1,8% in volume a luglio), a dimostrazione che l’industria risente in modo diretto dei consumi delle famiglie”.
“Di fronte a questi dati risulta lampante come sia sbagliato e pericoloso qualsiasi provvedimento teso a limitare le aperture domenicali dei negozi, perché una ulteriore riduzione delle vendite o dirottamento degli acquisti verso l’e-commerce, avrebbe effetti negativi non solo sul commercio ma anche sull’industria italiana, peggiorando i numeri su produzione e fatturato”, conclude Rienzi.