Istat: cala il reddito disponibile delle famiglie, per fare acquisti si ricorre ai propri risparmi
Dopo l’alert lanciato dall’Ocse qualche giorno fa secondo cui il Pil è in calo dello 0,2% nel 2019 e l’Italia continua a soffrire di problemi sociali ed economici di antica data, arrivano altre brutte notizie per gli italiani e le fornisce l’Istat nel rapporto “‘Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”.
Istat: cala il potere d’acquisto delle famiglie
In esso emerge la nuova flessione registrata nel quarto trimestre del 2018 per il reddito delle famiglie consumatrici che nel dettaglio è calata dello 0,2% in termini nominali e dello 0,5% in termini reali. Secondo l’istituto nazionale di statistica nel periodo osservato la spesa per consumi finali delle famiglie è aumentata dello 0,5% in termini nominali e nel contempo è scesa di 0,6 punti percentuali la propensione al risparmio delle famiglie, piazzandosi al 7,6% (8,2% nel terzo trimestre). Dati che allarmano le associazioni dei consumatori. In primis il Codacons sottolinea che gli italiani per fare acquisti devono ricorrere ai propri risparmi. Come spiega il presidente Carlo Rienzi, “la capacità di acquisto delle famiglie si è infatti ridotta del -0,5%, e per sostenere i consumi è stato intaccato il risparmio, la cui propensione scende del -0,6% sul trimestre precedente. Numeri che dimostrano in modo inequivocabile il generale impoverimento delle famiglie italiane, il cui potere d’acquisto si è ridotto nel corso del 2018”. “Un tale quadro negativo – continua Rienzi – si riflette sui consumi degli italiani, che rimangono al palo e non crescono come dovrebbero, e sull’intera economia nazionale, perché solo attraverso un potenziamento della capacità di spesa delle famiglie sarà possibile uscire dalla recessione in cui è piombato il nostro paese”.
UNC: “Governo riduca le tasse alle partite Iva”
“Il Paese arretra – sottolinea anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Fino a che il reddito delle famiglie peggiora, non andremo da nessuna parte. I consumi, infatti, possono anche temporaneamente aumentare, sacrificando per un po’ i risparmi, ma questo scambio non può durare a lungo” continua Dona che fa un appello al governo. “Riduca la pressione fiscale a singole categorie di lavoratori, come le partite Iva, o immaginare addirittura la flat tax, farebbe meglio ad aiutare quel 40% di italiani che fatica ad arrivare alla fine del mese. Non solo per rispettare l’art. 53 della Costituzione, ma anche perché se si aiuta chi ha un reddito basso ripartono i consumi, dato che chi sta peggio ha una maggiore propensione marginale al consumo rispetto a chi è benestante” conclude Dona.